Liste di attesa: le misure del Ministro della Salute Schillaci. Ce la farà a ridurle?
Una delle innovazioni è la sinergia prevista tra pubblico e privato. Gli erogatori pubblici e quelli privati accreditati lavoreranno insieme attraverso un Cup
Le liste di attesa sanitarie sono da anni uno dei principali problemi del sistema sanitario nazionale italiano, causando disagi e, in molti casi, gravi ritardi nelle diagnosi e nelle cure per i cittadini. In risposta a questa criticità, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato una serie di provvedimenti volti a ridurre significativamente i tempi di attesa e a migliorare l’accesso alle cure.
La nuova classificazione delle urgenze
Il decreto studiato dal Ministro Schillaci introduce una nuova classificazione delle urgenze per visite ed esami diagnostici, obbligando i medici a specificare un tempo massimo per l’erogazione delle prestazioni. Questo sistema di classificazione si basa sul codice di classificazione internazionale delle malattie e prevede quattro classi di priorità:
- Classe U (Urgente): prestazioni da erogare entro 72 ore dalla richiesta.
- Classe B (Breve attesa): prestazioni da erogare entro dieci giorni dalla prenotazione.
- Classe D (Differita): prestazioni da erogare entro 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli accertamenti diagnostici.
- Classe P (Programmabile): prestazioni da erogare entro 120 giorni dalla prenotazione.
Sinergia tra Pubblico e Privato
Una delle innovazioni più significative è la sinergia prevista tra pubblico e privato. Gli erogatori pubblici e quelli privati accreditati lavoreranno insieme attraverso un Centro Unico di Prenotazione (CUP) che sarà realmente unificato a livello regionale o infra-regionale. La piena interoperabilità tra i CUP degli erogatori privati accreditati e quelli territoriali è considerata una condizione preliminare per la collaborazione.
Gestione delle disdette e visite nei giorni festivi
Per ottimizzare l’utilizzo delle risorse, il CUP ricontatterà i pazienti con un anticipo di due giorni per confermare o cancellare la prestazione prenotata. In caso di assenza ingiustificata, il paziente potrà essere tenuto a pagare la prestazione. Inoltre, per ridurre le liste di attesa, lo Stato prevede l’ampliamento delle visite diagnostiche e specialistiche anche nei giorni di sabato e domenica, con orari prolungati.
Aumento della copertura sanitaria
La copertura finanziaria di queste misure è un aspetto fondamentale. I tetti di acquisto regionali delle prestazioni erogate dai privati accreditati aumenteranno progressivamente dall’1% al 2% nel 2024, dal 3% al 4% nel 2025, e dal 4% al 5% nel 2026. Sarà prevista anche una deroga sul tetto del personale del Servizio sanitario nazionale, fino al 25% dell’incremento del Fondo sanitario regionale del 2023.
Lotta ai medici gettonisti
Un altro punto critico affrontato è l’eccessiva spesa per i medici “gettonisti” e le cooperative. Le Regioni e gli enti del Servizio sanitario nazionale potranno reclutare personale in deroga, sia in forma autonoma che di collaborazione coordinata e continuativa, fino alla fine del 2026. Inoltre, gli specialisti ambulatoriali saranno incentivati con remunerazioni fino a 100 euro lordi l’ora grazie a 100 milioni di euro supplementari di stanziamento.
Monitoraggio e misurazione dei progressi
Il rispetto dei tempi massimi di attesa sarà monitorato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che istituirà una piattaforma nazionale per l’interoperabilità con le piattaforme regionali o provinciali autonome. Il Ministro Schillaci ha sottolineato l’importanza dei dati per intervenire efficacemente: “Se io non so, regione per regione, capillarmente quale prestazione diagnostica o quale terapia ha un ritardo maggiore sulla lista di attesa, come posso pensare di intervenire?”
Le misure annunciate da Schillaci rappresentano un tentativo di affrontare un problema che da troppo tempo affligge il sistema sanitario nazionale. La loro efficacia dipenderà dalla capacità di implementazione e dal monitoraggio continuo dei progressi.