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Le liste di attesa sanitarie sono da anni uno dei principali problemi del sistema sanitario nazionale italiano, causando disagi e, in molti casi, gravi ritardi nelle diagnosi e nelle cure per i cittadini. In risposta a questa criticità, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato una serie di provvedimenti volti a ridurre significativamente i tempi di attesa e a migliorare l’accesso alle cure.
Il decreto studiato dal Ministro Schillaci introduce una nuova classificazione delle urgenze per visite ed esami diagnostici, obbligando i medici a specificare un tempo massimo per l’erogazione delle prestazioni. Questo sistema di classificazione si basa sul codice di classificazione internazionale delle malattie e prevede quattro classi di priorità:
Una delle innovazioni più significative è la sinergia prevista tra pubblico e privato. Gli erogatori pubblici e quelli privati accreditati lavoreranno insieme attraverso un Centro Unico di Prenotazione (CUP) che sarà realmente unificato a livello regionale o infra-regionale. La piena interoperabilità tra i CUP degli erogatori privati accreditati e quelli territoriali è considerata una condizione preliminare per la collaborazione.
Per ottimizzare l’utilizzo delle risorse, il CUP ricontatterà i pazienti con un anticipo di due giorni per confermare o cancellare la prestazione prenotata. In caso di assenza ingiustificata, il paziente potrà essere tenuto a pagare la prestazione. Inoltre, per ridurre le liste di attesa, lo Stato prevede l’ampliamento delle visite diagnostiche e specialistiche anche nei giorni di sabato e domenica, con orari prolungati.
La copertura finanziaria di queste misure è un aspetto fondamentale. I tetti di acquisto regionali delle prestazioni erogate dai privati accreditati aumenteranno progressivamente dall’1% al 2% nel 2024, dal 3% al 4% nel 2025, e dal 4% al 5% nel 2026. Sarà prevista anche una deroga sul tetto del personale del Servizio sanitario nazionale, fino al 25% dell’incremento del Fondo sanitario regionale del 2023.
Un altro punto critico affrontato è l’eccessiva spesa per i medici “gettonisti” e le cooperative. Le Regioni e gli enti del Servizio sanitario nazionale potranno reclutare personale in deroga, sia in forma autonoma che di collaborazione coordinata e continuativa, fino alla fine del 2026. Inoltre, gli specialisti ambulatoriali saranno incentivati con remunerazioni fino a 100 euro lordi l’ora grazie a 100 milioni di euro supplementari di stanziamento.
Il rispetto dei tempi massimi di attesa sarà monitorato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che istituirà una piattaforma nazionale per l’interoperabilità con le piattaforme regionali o provinciali autonome. Il Ministro Schillaci ha sottolineato l’importanza dei dati per intervenire efficacemente: “Se io non so, regione per regione, capillarmente quale prestazione diagnostica o quale terapia ha un ritardo maggiore sulla lista di attesa, come posso pensare di intervenire?”
Le misure annunciate da Schillaci rappresentano un tentativo di affrontare un problema che da troppo tempo affligge il sistema sanitario nazionale. La loro efficacia dipenderà dalla capacità di implementazione e dal monitoraggio continuo dei progressi.
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