Litigano per il conto. Lei aveva mangiato solo insalata, ma in compagnia si paga alla romana
A tavola con gli amici si condivide tutto, cena e conto, questa è la buona regola. Chi si astiene non si comporta da amico. Meglio non esca
Un tiktoker posta il video della discussione per non pagare un conto salato dopo una cena tra amici. Una ragazza ha mangiato solo l’insalata e non intende pagare la sua quota. Il video della lite è esagerato e forse falso, ma coloro che si vedono discutere sono certamente dei cafoni!
Lo scorso 17 luglio un video di una discussione per non pagare il conto di una cena al ristorante, ha raccolto 16 milioni di visualizzazioni su TikTok. Ormai tutto accade sui social e se non viene riportato dai social è come non fosse mai accaduto. Questa è la triste società che abbiamo creato. Una società di cafoni che pretendono di dettare regole che non esistono.
Si paga alla romana per condividere tutto, cena e conto
Un gruppo di amici vanno a cena. C’è chi riprende gli astanti a tavola. Vestiti con abiti sgargianti e acconciature che non passano inosservate. Nel video non si capisce dove la si svolga la scena, o forse non l’ho capito io, ma potrebbe essere un ristorante di una qualsiasi città americana o europea. Arriva il conto di 4.600 dollari. Si divide e viene 500 dollari a testa, immagino compresa la mancia, che di solito in America però è già inserita nel totale.
Inizia la discussione. Una delle commensali ha mangiato solo un’insalata e non intende pagare l’intera quota. Gli pare un arbitrio. Quante volte nel gruppo c’è la ragazza a dieta che non vuole mangiare? “Mangerò solo un’insalata per farvi compagnia”. Ma allora perché non te ne stai a casa tua? Oppure non mangiare niente. A tavola con gli amici si condivide, questa è la buona regola. Chi si astiene non si comporta da amico. Meglio non esca.
Altri commensali “giustamente” non ci stanno. La regola è che si condivide fra tutti cena e conto. Se non vuoi mangiare almeno condividi il conto. Anche se non sono romani sanno che il sistema di pagare in condivisione è conosciuto nel mondo come “alla romana” e funziona dappertutto. Taglia la testa al toro, diciamo. Ma non quando uno mangia il salmone e un altro un’insalata.
In questo caso chi non ha mangiato il piatto costoso, o non ha bevuto vini carissimi, ritiene di non dover pagare anche per coloro che se ne sono avvantaggiati mangiando cose care. Da qui la discussione. Ritengo che dovrebbero essere gli amici che hanno mangiato molto a dire alla ragazza: tu non pagare perché non hai preso niente, non deve essere lei a sottrarsi come una morta di fame! Se stai al tavolo con gli amici è per condividere tutto.
Due filosofie a confronto
Le due filosofie sono arcinote: a cena con gli amici si divide il conto in parti uguali, a prescindere da cosa si è consumato, oppure ognuno paga solo quello che ha mangiato? Il tiktoker Victor ha raccontato la sua personale esperienza, che l’ha portato a litigare con amici storici, e l’ha spiegato in un video che ha fatto il giro del mondo!
Il tiktoker ha filmato gli amici discutere animatamente sul conto. “Pago solo quello che ha consumato, non divido il conto”, ha detto una delle ragazze a cena. Una lamentela alla quale si è aggiunto lo stesso Victor, che ha dato ragione all’amica. Così, uno dei commensali si è ribellato: “Io ho preso solo un’insalata, non vi darò 500 dollari”, ha urlato. Il tiktoker ha raccontato che il conto era così alto perché alcuni dei presenti avevano esagerato con le bevande. Ma chi non ha partecipato alla bevuta, non aveva intenzione di pagare.
Di fatto era una compagnia di gran cafoni tutti
Dal video si vede che sono persone che non stanno male, saranno impiegati. A me danno l’impressione di essere anche abbastanza cafoni. Le buone maniere identificano le classi sociali ma spesso più la carenza culturale. Non è la povertà indice di pessime maniere. La disponibilità di denaro, a certi livelli, aumenta il livello di cafonaggine che la gente può esprimere e la esprime in vari modi: parlando a voce alta, usando il cellulare mentre mangia per scattare foto o girare video come in questo caso.
Gesticolando in faccia al vicino, alzandosi in piedi per dare più enfasi al proprio intervento verbale. Lasciando che i loro bambini corrano tra i tavoli dei clienti gridando come ossessi. Il livello di cafonaggine aumenta quando ciascuno vuole avere ragione e parla sopra gli altri che già urlano. In pochi attimi quella tavola da pranzo si trasforma in un terrazzo condominiale, in cui le comari hanno da ridire tutte su qualcosa di irrisolvibile.
Una discussione sui soldi da pagare è già di per sé una grande cafonata. Non chiedetemi di spiegarlo perché altrimenti rientrate nel gruppo “cafonal”, direbbe Roberto D’Agostino e una scena come quella del video starebbe benissimo nello spazio apposito di Dagospia.
Il video potrebbe essere un falso
Nel video c’è chi da ragione alla ragazza e chi la biasima. Bisognava dirlo prima: io pago solo per quello che mangio! Sarebbe stato un pessimo gesto, di gran cafoneria, ma almeno gli altri erano avvisati. Soprattutto chi stava per ordinare pesce crudo, salmone o T-bone o chi voleva brindare con Dom Perignon del 1961. Io sono propenso a pensare che tutto il video sia un falso. Una delle tante fake news a cui i social ci hanno abituato per raccogliere condivisioni e orientare (male) il pubblico.
Intervistato da una tv, Victor Christian, il tiktoker che ha postato il video (che ha 2 milioni di follower) ha ammesso che la scena è stata esagerata “forse a causa delle telecamere puntate”, ma che la discussione era reale. Questo lo comprendo. Di fronte a una telecamera o telefonino che riprende la gente cambia. Recita. È un dato verificato in anni e anni di esperimenti e di trasmissioni tv. Metti un signor qualunque davanti a una telecamera e all’intervista lo vedrai reagire come se avessi dato motore e azione al cinema.
Una volta Piero Chiambretti faceva interviste su un sofà per strada. Chiedeva a degli sconosciuti di reggergli il gioco e di svelare segreti su un personaggio noto, tipo Pippo Baudo, come se essi fossero dei cugini o degli amici che lo conoscono bene. Funzionava. La gente era disposta a dire le peggio cose sul povero Baudo che neanche avevano mai incontrato! Così siamo fatti. C’è poco da dire. Questo fenomeno è noto anche ai sondaggisti.
La gente (in maggioranza) non dice la verità quando la fermi per strada per estorcerle una dichiarazione. Peggio se davanti a una telecamera ma spesso è sufficiente un microfono. Per questo i sondaggi sono spesso inaffidabili. Il margine di errore, stimato sempre in un 3%, se ci pensate bene, è notevole. Ad un partito aumenta o togli il 3% e vedi come cambia la cosa.
Modi di fare a fine pasto che non rientrano nella buona educazione
Alla fine del pasto, chi decide di offrire la cena a tutti, potrebbe essere elegante se saldasse il conto, che gli portano al tavolo in un carnet chiuso, con la carta di credito (per evitare di contare le banconote davanti agli ospiti), oppure, meglio ancora, che si rechi lui stesso alla cassa per pagare in contanti. Ma anche questa semplice norma vedo che viene disattesa da molti cafonal in giro, che amano ostentare la loro ricchezza usando le banconote e mostrandole.
È spesso proprio di malviventi, cafoni, arricchiti, girare con il contante, che consente loro di fare affari “in nero” piuttosto che con le carte di credito tracciabili. Non dico che chiunque usa il contante sia un malfattore ma chi è un malfattore certamente non gradisce usare la carta di credito.
Quando il ristoratore può rifiutarsi di separare i conti?
Succede spesso che più commensali alla stessa cena non abbiano il contante e siano costretti a usare tutti la carta di credito. Un ristoratore si può rifiutare di separare i conti? In generale, un ristoratore non può rifiutarsi di dividere il conto dei propri clienti, solo perché hanno condiviso lo stesso tavolo. Altra questione è il come si paga il conto. Se sono tutti contanti non c’è problema, le questioni nascono quando sono tutte carte di credito. Il titolare del ristorante fa un grande favore ai commensali se accetta più carte di credito. Sarebbe tenuto ad accettarne una soltanto e spiego perché. Ad ogni carta si applica una commissione bancaria. È il costo del servizio per l’uso di una moneta privata. Ragione per cui il titolare si troverebbe a pagare più commissioni su un unico conto, rimettendoci del denaro.
Che succede a chi scappa o non paga il conto?
Quando il gestore del ristorante si accorge che alcuni clienti sono andati via senza pagare il conto può presentare una querela alla forze dell’ordine, negli uffici territoriali di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, chiedendo di perseguire i colpevoli. Se i colpevoli vengono fermati e condannati la pena è la reclusione fino a due anni o la multa fino a 516 euro.
Ci sono degli gli scenari in cui tuttavia è il gestore ad essere in difetto. Per esempio se manca il listino dei prezzi, oppure se ci sono prezzi maggiorati non dichiarati o se vengono offerte pietanze diverse da quelle riportate sul menù. In questi casi il cliente ha buone ragioni per non voler pagare, perché si può sentire vittima di un raggiro.
Non sarebbe neanche da ribadire ma come in tutte le cose della vita, bisognerebbe applicare sempre il buon senso per trovare la via d’uscita più elegante e che sia in grado di lasciare un buon ricordo di noi. Se non si hanno i mezzi per pagare meglio non invitare a cena. Se si invita sarebbe buona norma offrire la cena, a chiunque. Un vecchio proverbio napoletano che mi ha sempre ispirato in questo genere di cose dice:“Fattell cu chi è megli ‘e te e fanc’ e spese”, ovvero frequenta chi è meglio di te e fai in modo di rimetterci dei soldi pur di stare con loro. È una saggia filosofia di vita. Queste persone si sentiranno comunque in debito con te sempre, e questo è un buon lasciapassare per il futuro. A essere generosi non ci si rimette mai.
Foto di repertorio