Lo sapevate che esiste un altro Pantheon a Roma? Ecco dov’è

Questo luogo che esiste da più di cinquecento anni, ha una caratteristica unica: sembra un Pantheon in miniatura

San Bernardo alle Terme

Chiesa di San Bernardo alle Terme

Ebbene sì.
Esiste un altro “Pantheon” a Roma.
Più discreto, meno sontuoso, più giovane, sicuramente meno bello, ma altrettanto suggestivo.
In realtà, si tratta di una chiesa.
E, come spesso accade a Roma, un luogo di culto costruito utilizzando resti di epoca romana.
Siamo nel 1598.
La cattolicissima contessa Caterina Sforza Cesarini, nipote di Papa Giulio III, decide di utilizzare uno dei quattro torrioni angolari del muro di cinta sud-occidentale delle Terme di Diocleziano (l’altra torre è oggi parte di un edificio alberghiero, 225 metri a sud-est di San Bernardo alle Terme) per costruire una Chiesa e più precisamente, viene adocchiata un’esedra semicircolare, lo “spheristerium“, ovvero la sala per i giochi con la palla delle Terme.

Nasce San Bernardo alle Terme

All’inizio la Chiesa è affidata ai monaci francesi Cistercensi, denominati i Foglianti, facenti capo a Jean Baptiste de la Barrière dell’abbazia cistercense di Notre-Dame de Feuillant, presso Tolosa, più noti in Italia con il nome di “Bernardoni”.
Dopo la Rivoluzione francese, l’ordine viene sciolto e San Bernardo affidato alla congregazione di Bernardo di Chiaravalle, a cui è oggi dedicata.
Situata sull’omonima piazza, San Bernardo non è uno di quei luoghi che si nota immediatamente.
In realtà, il traffico caotico della zona, la deformazione subita nel corso del tempi a causa delle trasformazioni successive, la presenza incombente della facciata di un’altra chiesa, quella di Santa Susanna, sono elementi che contribuiscono a una sorta di mimetizzazione che non la rende facilmente visibile.
Eppure, questo luogo che esiste da più di cinquecento anni, ha una caratteristica unica: sembra un Pantheon in miniatura.

Un Pantheon in miniatura

L’associazione viene spontanea e immediata non appena si varca la soglia della chiesa e si guarda in alto.
Totalmente priva di finestre, proprio come il Pantheon e le antiche basiliche romane, la Chiesa riceve la luce soltanto da una grande apertura circolare posta al centro della cupola a cassettoni ottagonali simili a quelli della Basilica di Massenzio (mentre quelli del Pantheon sono quadrati) sui quali, grazie alla funzione dell’oculo, si creano suggestivi giochi chiaroscurali.
Otto grandi nicchie sopraelevate ospitano enormi statue, alte più di tre metri, di santi in stucco realizzate da Camillo Mariani intorno al 1.600.
È un vero e proprio trionfo del bianco interrotto dalle grandi pale d’altare settecentesche poste al di sopra dei due altari contrapposti, opera del pittore Giovanni Odazzi (famoso per il dipinto che raffigura la caduta degli Angeli ribelli nella Basilica dei Santi Apostoli), che raffigurano San Bernardo in estasi abbracciato da Gesù Crocifisso e lo Sposalizio mistico di San Roberto con la Vergine.
Al centro dell’abside si trova l’organo realizzato da Nicola Morettini nel 1885.
Consiglio una visita.


Non pensare neanche lontanamente di andarci in auto perché passerete ore a cercare un parcheggio.
Moto meglio usare la metro e fermarsi a “Repubblica”.
Pochi passi e scorgerete la sua forma cilindrica, inconfondibile, nella piazza che porta il suo nome.
Entrate, sollevate lo sguardo, e ruotate il corpo di trecentosessanta gradi.
Quanto basta a farvi girare la testa e a strapparvi un grido di meraviglia.