Le lattine gialle sono posizionate in bella vista sul bancone della biglietteria di Palazzo Braschi. L’impiegata dietro il vetro allunga il collo verso di me e mi punta addosso due occhi neri con aria interrogativa. Indico le lattine rispondendo prima che la domanda venga posta.
Sono venuto per queste. “Ah, le lattine…”. Si, le lattine. “Ma lo sa che è la seconda persona che me le chiede oggi?”. Sorrido. Due persone, una delle quali sono io, la dice lunga sul grande successo di questa trovata annunciata in pompa magna pochi giorni fa dall’assessore Sabrina Alfonsi.
Una “esperienza sensoriale”, così è stata definita in conferenza stampa, da non perdere, nella quale il turista può immergersi, non il solito souvenir che si trova in qualunque parte del mondo, e portare via con sé il sapore della città. Allungo una mano e afferro una lattina. Solo ora che giace tra le mie dita mi rendo conto di quanto piccolo sia questo souvenir che amplifica i sensi. Già, difatti sono 250 ml.
La scritta “Olio di Roma” in rosso risalta sullo sfondo giallo, sotto sempre in rosso, il simbolo di Roma, il Colosseo. Quanto costa? Otto euro. La signora che me lo vende fa spallucce e mi guarda come a dire “Se ti sta bene, è così, altrimenti smamma” Le allungo dieci euro.
Le metto dentro la busta anche una piantina con alcune informazioni… Prendo il resto ed esco. Una volta fuori apro la piantina e osservo disegni e spiegazioni. È tutto rigorosamente in inglese. Fra le diverse immagini, una mi colpisce particolarmente. Un grande ulivo al centro di un’area che, secondo le spiegazioni, dovrebbe essere il Palatino.
Lì, sempre secondo le spiegazioni, vivono 189 piante di ulivo che sarebbero utilizzate per la produzione di questo particolare olio. Siccome sono abituato a scavare nelle cose, mi metto alla ricerca di informazioni più particolareggiate e mi imbatto nel sito dell’olio di Roma.
E lì scopro ciò che il turista, estasiato da un’esperienza sensoriale dichiarata con un po’ di furbizia patrimonio di Roma, non può immaginare. Decine e decine di comuni delle intere province di Viterbo, Latina, Rieti e ovviamente di Roma partecipano alla produzione dell’olio di Roma. Dunque, si tratta di una mera operazione di marketing che nulla ha a che vedere con la denominazione pensata solo a fini turistici. E il prezzo?
Considerato che di media un olio extravergine di oliva costa circa 9 euro/kg, pare lievemente esagerato. Ma essendo accomunato a uno dei tanti souvenir della città eterna, la lievitazione del prezzo ci può anche stare. D’altronde l’esperienza sensoriale sembra garantita. L’importante è che faccia dimenticare quella ben più drammatica e a costo zero, della monnezza sotto la quale annaspa la caput mundi.
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