Questa libera definizione per un uomo, complesso, forse difficile ma sicuramente di grande spessore umano e artistico. Recentemente alla radio, sui 90,7 di Teleradiopiù nello spazio giornaliero "Roma-ore 10" di Francesco Vergovich abbiamo incontrato Luca Barbareschi. Certamente non sono bastati 15 minuti per raccontarvi la vita vissuta fin qui da questo grande attore, regista e imprenditore. Abbiamo quindi deciso di riportarvi questa intervista arricchendola, però, con altri fatti e notizie sperando di darvi un quadro più completo del nostro ospite.
Buongiorno Luca, andiamo per ordine: dove sei nato e come è stata la tua infanzia?
Sono nato a Montevideo in Uruguai e la mia vita fino ai 6/7 anni è stata abbastanza serena e tranquilla fino a quando in un Collegio sono stato abusato da un Sacerdote. Mi sentivo molto solo e lui approfittò di questa mia condizione. Alcuni anni fa sono andato a trovarlo, volevo perdonarlo ma lui non ricordava nulla, lasciai perdere. Logicamente quei fatti hanno segnato fortemente la mia gioventù ed oltre.
Quando hai deciso di fare l'attore?
Iniziai a studiare recitazione presso lo Sdudio Fersen di Roma per poi trasferirmi a Verona per fare da assistente regista a Virginio Puecher nell'Enrico V. Successivamente lo seguii a Chicago sempre come assistente, nei racconti di Hoffmann. Dopo altre esperienze andai a New York e per un anno lavorai agli allestimenti del Metropolitan senza però mai smettere di studiare tanto che per quattro anni frequentai un corso di recitazione.
E il Cinema?
Nel 1979 debuttai, si fa per dire, come comparsa in un film di Umberto Lenzi "Da Corleone a Brooklyn" protagonista Mario Merola e poi nel 1983 finalmente fui scelto da Salvatores per il film "Sogno di una notte d'estate". Ma il colpo di fortuna fu nel 1984 quando Pupi Avati mi scritturò per "Impiegati" e nel 1986 con Dino Risi girai "Teresa" con Serena Grandi.
Però fu la televisione a darti la definitiva popolarità.
Verissimo. Tra il 1984 e l'85 fui tra i protagonisti dello show "Quo Vadiz" di Nichetti per poi anche qui avere la fortuna di lavorare in "C'eravamo tanto amati" che durò ben cinque anni con grande successo. Molti di voi ricorderanno, sempre sulle reti Mediaset "Il grande Bluff" dove abilmente truccato facevo scherzi ai Vips. In quegli anni ebbi anche la fortuna di passare facilmente tra televisione e cinema, infatti nel 1990 Luigi Magni mi scelse per un film indimenticabile "In nome del popolo sovrano" con Alberto Sordi, Nino Manfredi, Elena Sofia Ricci, agli esordi, e tanti altri.
E la politica come entrò nella tua vita?
Sono sempre stato attratto dalla politica ed essendo di idee socialiste fu naturale avvicinarmi ai parti di centro destra, tanto che nel 2008 fui candidato in Sardegna con Berlusconi. Venni eletto avendo anche incarichi di una certa importanza. Successivamente dopo varie vicissitudini politiche con qualche polemica, lasciai il Popolo della libertà per passare con Fini in Futuro e libertà. Nel 2011, appena terminato il 1° Congresso, per divergenze di vario genere, lasciai Fini per entrare nel Gruppo misto. Per due anni restai lì e nel 2013 abbandonai definitivamente la politica.
Parliamo ora del tuo carattere che a volte ti ha provocato qualche problema, tipo il famoso scontro con le Iene, come ando?
Mi sembra fosse il giugno del 2012, Filippo Roma delle Iene, appunto, mi perseguitava accusandomi delle mie scarse presenze in Parlamento. La cosa ebbe il suo epilogo due mesi dopo. Ero in vacanza a Filicudi e sbagliai perché sfinito dalle insistenti domande, aggredii lo stesso Filippo Roma e il suo cameramen. Mi ero molto innervosito anche perché nella concitazione una delle mie bambine era caduta. Comunque passai dalla parte del torto ed ora certamente non lo rifarei.
Ora se ti va parliamo della tua famiglia.
Beh! non amo parlare delle mie cose personali, sarò quindi breve. Ho cinque figli: tre femmine Beatrice, Eleonora e Angelica avute dalla mia prima moglie Patrizia Fachini e due, Maddalena e Francesco Saverio avuti dalla mia attuale moglie Elena Monorchio grazie alla quale sono cambiato.
In una intervista hai dichiarato a Giletti che non lascerai denaro ai figli, perché?
Sono convinto che i soldi portino sfortuna, io mi sono costruito da solo e i miei figli sanno che dovranno fare la stessa cosa, lascerò molto se non tutto alla mia fondazione in difesa dei bambini. Devi sapere che sono anche nonno di un bellissimo bambino di mia figlia Beatrice, si chiama Ruben che in ebraico significa "il maschio aspettato". Da giovane mi sono fatto del male con alcool ed altro, ora ho responsabilità professionali e famigliari ed esempi da dare, da anni sono un altra persona e questo lo devo soprattutto a mia moglie e ai miei figli.
Chiudiamo con Barbereschi imprenditore.
Ho avuto sempre il desiderio di intraprendere attività diverse, prima una casa di produzione a Los Angeles e poi una in Italia che si chiama "Casanova" . Infine avevo un sogno da realizzare, ridare vita ad uno dei Teatri più importanti di Roma l' Eliseo . Il Teatro era chiuso dal novembre del 2014 ed ho investito circa quattro milioni e mezzo di euro e a settembre 2015 ha riaperto insieme al Piccolo Eliseo. Di entrambi i Teatri sono anche Direttore Artistico.
Per problemi di spazio non ho approfondito gli impegni teatrali di Barbareschi come attore. In circa 40 anni di carriera ha interpretato decine e decine di commedie avendo come compagni i migliori attori e le migliori attrici. Ricordo soltanto i suoi due ultimi lavori come protagonista proprio all'Eliseo: il 29 settembre 2015 nel giorno dell'inaugurazione "Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad" e il 22 dicembre "Cercando segnali d'amore nell'universo". Quest'ultima fatica è nata per festeggiare i 40 anni di attività teatrale e per questo spettacolo Luca ha dato vita al suo personale diario di bordo con il racconto del percorso artistico e umano.
Per ora è tutto o quasi, perché con Barbareschi non è mai TUTTO!
A presto, Filippo Crescimanno
* Le foto di Luca Barbareschi sono un ritratto di Piergiorgio Pirrone e una foto di scena di Bepi Caroli
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