Luigi Preiti: disoccupato, divorziato e disperato
Il fratello smentisce: “Luigi non era affetto da nessuna patologia psichiatrica”
47 e anni e una vita burrascosa.
Questo è Luigi Preiti, l’autore della sparatoria di questa mattina a Palazzo Chigi.
Che nel frattempo ha confessato: “volevo colpire i politici”.
In queste ore sono emerse nuovi elementi che concorrono a formare il profilo dell’attentatore.
L’uomo, 47enne originario di Rosarno in Calabria ma domiciliato a Pedrosa, in provincia di Alessandria, dove vive da circa vent’anni, versava in gravi difficoltà economiche.
In Piemonte, Preiti si era sposato e, con sua moglie, aveva dato alla luce un figlio, oggi 11enne.
Ma il matrimonio era entrato in crisi, e, forse anche per questo l’uomo aveva deciso di fare ritorno a Rosarno, dove aveva trovato lavori precari e saltuari.
L’uomo, inoltre, già da tempo era vittima della dipendenza da slot machine e videopoker.
Indiscrezioni raccontano che Preiti fosse venuto a Roma proprio per compiere un gesto folle ed eclatante.
Per questo Angelino Alfano ha ritenuto che l’uomo volesse suicidarsi, “ma non c’è riuscito perché aveva finito il caricatore”. Secondo il neo-vicepremier si tratta dunque di un “tragico gesto di un disoccupato”.
Un tragico gesto che, a chiunque fosse indirizzato e qualunque fosse il movente, non vale la vita di uomini che compiono il loro dovere.
Vittime della sparatoria sono state infatti Giuseppe Giangrande e Francesco Negri, due carabinieri che presiedevano alla sicurezza di Palazzo Chigi in occasione del giuramento del nuovo governo Letta.
Negri è originario di Torre Annunziata; Giangrande è siciliano d’origine, ma pratese d’adozione. Le sue condizioni, al momento, sono le più gravi.
Giangrande ha infatti riportato la lesione della colonna vertebrale cervicale. I medici del Policlinico Umberto I, dove è ricoverato, non sciolgono la prognosi e non si pronunciano.
Per ora, il carabiniere non è stato sottoposto a nessuna operazione chirurgica, se non alla rimozione del proiettile. Al momento si trova nelle strutture intensive del Dea.
Sta meglio Francesco Negri, 30enne, ricoverato al San Giovanni che, cosciente, ha anche chiesto delle condizioni di salute del suo collega.
Arcangelo Preiti, fratello di Luigi, ha smentito ogni notizia di presunta patologia psichica da cui fosse affetto il fratello.
“Mio fratello non è squilibrato né terrorista. Non so cosa gli sia successo, chiediamo scusa alla cittadinanza e alle famiglie dei carabinieri”.
Scuse che alle famiglie dei carabinieri dovrebbero essere rivolte anche da chi, in queste ore, sui social network più popolari, si è mostrato entusiasta per il presunto inizio di una rivoluzione sociale.
Si è trattato di un gesto singolo, insensato, irrazionale, che ha messo a repentaglio la vita di due militari dello Stato italiano.
E chissà quante altre vite sono state risparmiate da quel “caricatore scarico”, che ha nominato Alfano.