Lunedì nero per la sanità: scioperano i medici
Rimandati gli interventi programmati e le visite ambulatoriali. Garantite le emergenze
La sanità italiana ha incrociato oggi, lunedì 22 luglio, le braccia per 4 ore di sciopero all'inizio di ciascun turno per “dare un segnale d'allarme al sistema del welfare, perché il definanziamento del Ssn rischia di portare a picco la sanità”.
A illustrare le ragioni dello sciopero dei medici pubblici i sindacati di settore nel corso di una conferenza stampa: l'astensione dal lavoro riguarda 115 mila medici e veterinari dipendenti e i 20 mila dirigenti sanitari, amministrativi, tecnici e professionali del Ssn.
Rimandati quindi gli interventi programmati e le visite ambulatoriali, mentre saranno garantite le emergenze.
A poco è servito l'incontro di gioevedì sera con il ministro Lorenzin perché l'obiettivo della protesta sono i dicasteri dell'Economia e della Funzione Pubblica.
Il 'clou' della giornata è infatti a Roma con il 'sit in' dalle ore 10 davanti il ministero di via XX settembre.
“La situazione della sanità italiana, vessata da manovre economiche scellerate – avverte Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed, alla presentazione a Roma dei motivi dello sciopero – è allo stremo. Basta fare un giro nei pronto soccorso per farsi un'idea. Barelle usate come posti letto e medici precari che lavorano in condizioni estreme. Tutto questo con un contratto fermo dal 2009 e con un blocco degli straordinari”.
“Non e' una questione di soldi – prosegue Troise – anche se dal 2009 ad oggi abbiamo perso quanto ogni italiano ha accumulato in debito pubblico, ma di regole e prerogative sindacali che consentono di contrattare le condizioni di lavoro. L'atteggiamento del Governo – conclude – mira invece a prorogare fino al 2014 il blocco in vigore senza escludere un rinvio a tempi indeterminati”.
“Saremo davanti il ministero dell'Economia – sottolinea Massimo Cozza, Cgil Medici – perché uno dei punti centrali della protesta e' la carenza di risorse e il ritardo sul contratto. Elementi necessari per il diritto alla cura dei cittadini. Inoltre ci sono circa 10 mila medici precari che lavorano nel Ssn con partita Iva, a gettone e Co.co.co, a questi colleghi – conclude – dobbiamo dare delle risposte”.