Categorie: Cronaca

Luneur, parola di Andrea Santoro

I FATTI – L’inizio della fine del LunEur risale al 2007, quando viene introdotto il biglietto unico per l’ingresso. Non solo. A dicembre dello stesso anno, scade la concessione di cui la Lu.P.P.Ro Srl è beneficiaria.
La scarsa affluenza al parco giochi dopo l’introduzione del biglietto unico costringe il LunEur a chiudere definitivamente i battenti: è il 14 aprile 2008.
Allora, Eur Spa indice una gara di appalto, al termine della quale, la concessione viene assegnata alla Cinecittà Entertainment, la società di Luigi Abate, che si impegna a mantenere il vincolo di destinazione dell’area per 18 anni.
Qualche mese dopo, nell’ottobre del 2008, Mauro Miccio, l’allora ad di Eur Spa, annuncia la prima riapertura del LunEur, per la quale vengono stanziati 16 milioni di euro, tra spese per la messa in sicurezza degli impianti e la loro ristrutturazione. Ma l’area rimane chiusa.
Fino al 2012. Dopo tanti annunci, tante promesse disattese, una gestione poco limpida dei bandi di gara, vicende drammatiche che hanno coinvolto i vertici di Eur Spa (Riccardo Mancini, ex ad della società, è finito in manette per corruzione e concussione), un ricorso al TAR sui costi dei lavori, sembra che al LunEur si possa dare un futuro (quasi) certo: nel 2014, lo storico parco divertimenti tornerà a vivere.
Ma sarà un baby park, destinato alle famiglie e ai bambini da 0 a 12 anni. Il resto delle attrazioni, sarà trasferito a Castel Romano, in un’area più grande.

LE PAROLE DEI CITTADINI – “Noi subconduttori siamo stati totalmente derubati dei nostri sacrifici”. Con queste parole, Saverio Pedrazzini, portavoce dei giostrai del LunEur, intende manifestare la sua delusione.
“E’ bene ricordarlo – prosegue – lo Stato non è mai intervenuto a sostegno di quelle persone che hanno iniziato l’avventura del LunEur. Fino ad oggi: noi giostrai siamo accusati di essere “occupanti abusivi”. Raccontano che la nostra presenza nella precedente concessione non sia stata riconosciuta da Eur Spa: ma esistono documenti che accertano queste dichiarazioni, che Borghini (presidente di Eur Spa, ndr) ribadisce in continuazione?”.
“I problemi più grandi – continua Pedrazzini – sono stati causati dalla cattiva gestione del bando. Non parlo della regolarità del bando, poiché in merito si è espresso anche il TAR di Roma, che ne ha suffragato la regolarità. Tuttavia, nessuno si è mai addentrato nell’analisi dello svolgimento di questo bando, se non in modo del tutto superficiale. Ma se vogliamo vederci chiaro, la presenza di noi subconduttori, in quel bando, è espressa a chiare lettere”.

Anche se alcuni documenti di fondamentale importanza, come il business plan del progetto (presentato da Cinecittà Entertainment), non sono mai stati resi noti da Eur Spa, il bando prevedeva che il nuovo LunEur avrebbe dovuto ricomprendere nella gestione i subconduttori, ovvero i vecchi giostrai. I quali sostengono a gran voce che la loro improvvisa esclusione da ogni progetto relativo al nuovo LunEur serva a facilitare nuovi investimenti, che loro potrebbero ostacolare.
Non solo. Viene anche lamentata la modifica della penale giornaliera, in caso di inadempienza contrattuale, da 10mila a 2mila euro, relativamente al contratto di locazione presentato al momento dell’offerta vincolante.
Tutto questo, in corso d’opera. Ed è questo che non va giù ai vecchi giostrai, e ai nostalgici del LunEur.

Infatti, oltre i vecchi giostrai, ci sono i semplici cittadini, che si sono riuniti su Facebook, nel gruppo “Riapriamo il LunEur!”.
“Quello che lascia perplessi – dichiara Damiano Lucarelli, portavoce e amministratore del gruppo – è l’iter a dir poco articolato cui il LunEur è stato sottoposto dal 2008 ad oggi”.
“Tra le tante chiacchiere, l’elemento sempre assente era lo stesso: non si parlava mai del modello di parco che si doveva e voleva realizzare. E oggi leggiamo sui giornali che il LunEur riapre, ma sotto altre vesti, ovvero in forma di family park. Noi su Facebook siamo presenti dal 2010, e ci siamo riuniti per chiedere che il LunEur riapra i battenti. Ma lo vogliamo come era una volta. Vogliamo risposte dalle istituzioni, tuttora silenti”.

LE PAROLE DI ANDREA SANTORO – Che la gestione del LunEur desti dubbi e perplessità, lo sa anche Andrea Santoro, presidente del IX Municipio di Roma Capitale (ex XII), insediatosi da qualche mese e che si è trovato a fronteggiare una situazione difficile e annosa, che affonda le radici in tempi più lontani, di inettitudine delle istituzioni competenti, ovvero Eur Spa, il Ministero del Tesoro e il Comune di Roma Capitale (questi ultimi due, soci rispettivamente al 90% e al 10% di Eur Spa).

“Ogni 21 aprile (giorno in cui si celebra il Natale di Roma, ndr), dal 2008 al 2012, in tanti hanno annunciato la riapertura del LunEur, che poi però non è mai avvenuta”. Così Andrea Santoro, che continua: “Cerchiamo di capire quali sono le nostre priorità. La prima, senza dubbio, è quella di ridare a Roma il suo parco giochi, il prima possibile, riqualificando quell’area abbandonata al degrado e a se stessa”.
“Parimenti importante, è il destino dei vecchi giostrai: a rimanere nel LunEur deve essere prioritariamente chi ci ha vissuto fino al 2008. Ovviamente, bisogna trovare punti di equilibrio tra il passato e il futuro: non sempre è facile trovare soluzioni condivise, ma bisogna provarci. Ci hanno già provato, almeno così dicono, io ci proverò ancora, cercando le soluzioni migliori e più adatte alla situazione”.
“Senza dubbio – prosegue Santoro – c’è tanta confusione. Io, ci tengo a precisare che agirò sempre con trasparenza e secondo le regole. Ma non possiamo neppure pensare che a Roma non si possa fare più niente. Bisogna ridare a Roma il LunEur, bisogna che quell'area sia riqualificata al più presto, che siano soddisfatte le esigenze dei vecchi giostrai, dei vecchi utenti e di quelli nuovi. Facciamo un sondaggio, e chiediamo ai cittadini se preferiscono che quell’area resti lì così, o che venga trovata una soluzione al più presto. In teoria, si dovrebbe preferire la seconda opzione. Quindi Roma riavrà il suo parco, anche se, in base alla gestione delle cose fino ad oggi, sarà diverso rispetto a prima, nonostante la presenza di qualche vecchia attrazione”.
La storica ruota panoramica, ad esempio. Che è stata smontata nei giorni scorsi per essere restaurata; verrà probabilmente rimontata entro Natale.

“Sarà un parco nuovo, quindi. Diverso da quello che c’era, da quello che c’è ora, come il parco avventura o i parchi nel verde, sempre all’Eur. Funzionerà? Non lo so. E’ un’opportunità? Sicuramente sì”.

“Si ha molta paura – conclude – che qualcosa che appartiene alla memoria di Roma non torni, ed è comprensibile. Ma noi stiamo per far rivivere il LunEur, che tornerà nuovo, più bello e più grande, poiché sarà messa a disposizione una grande area anche a Castel Romano. In tutto questo, ribadisco che nessuno rimarrà “a piedi”. Io sto dalla parte dei giostrai che vogliono avere giustizia, ma non bisogna ostacolare l’inizio dei lavori. Bisogna trovare le soluzioni mentre le cose cambiano. E non bisogna dimenticarsi che il LunEur, la Nuvola di Fuksas, il Velodromo, il nuovo Acquario, sono tutte opere tra loro collegate, tutte dipendono dalla “madre”, la Nuvola, che bisogna finire al più presto. Eur Spa, per portare a termine queste opere, ha bisogno di far cassa. Io come amministratore, cercherò di mediare”.

Redazione

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