Mafia Capitale e una corruzione da 1,3 miliardi di euro. Cifre da capogiro, quelle che il procuratore regionale della Corte dei Conti, Raffaele De Dominicis, ha illustrato nel corso della sua relazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Mafia Capitale, secondo De Dominicis non è solo il costo esorbitante della corruzione, ma anche un preoccupante segno di degrado civile, un morbo contagioso. “Non possiamo non esprimere stupore e preoccupazione per il diffondersi del morbo pernicioso della corruzione che, secondo i primi referti degli investigatori, avrebbe un’estensione vasta e sistemica in Roma e nel Lazio, raggiungendo la somma presuntiva da capogiro, di carica 1,3 mld” – dice il procuratore regionale.
“Mafia Capitale, al di là delle responsabilità personali, penali amministrative ascrivibili a politici e funzionari – spiega – rappresenta purtroppo il segno di un pericolosissimo degrado civile e dell’invadenza delle associazioni criminali entro le strutture amministrative della Repubblica”.
Lo definisce “l'ultimo capitolo della questione morale”, quello che parla dell'inchiesta Mondo di Mezzo. Inchiesta alla quale la Corte dei Conti ha “fornito una prima adeguata risposta di tipo giudiziario, per ora limitata al vulnus erariale, con l’apertura di 6 inchieste, tutte rigorosamente delimitate per materia o per ambiti sezionali, evitando la formazione di un’unica macro indagine, di non facile conduzione processuale” – continua De Dominicis. “Il profilo più amaro delle istruttorie verrà certamente riservato al capitolo sul danno di immagine che si aprirà, come stabilisce la legge, a seguito delle eventuali condanne penali per gli illeciti perpetrati in pregiudizio della cosa pubblica”.
I 6 fascicoli su Mafia Capitale di cui si sta occupando la Corte dei Conti del Lazio sono così articolati: "3 hanno come riferimento, per competenza, le singole cooperative coinvolte, anche se i soggetti criminali erano gli stessi. Altri 3 fascicoli hanno preso di mira le materie di cui queste si occupavano. Uno di questi fascicoli si occupa in particolare dell'appalto riguardante i rom", hanno spiegato i magistrati contabili regionali. "Siamo alla raccolta delle informazioni, dei contatti con l'autorità giudiziaria penale, con l'Anac, direttamente col procuratore Cantone, e con la commissione prefettizia decisa dal ministro Alfano", concludono
Ma Mafia Capitale non meraviglia. “Non sentiamo di iscriverci nella lista di quelli che scoprono solo ora che la Capitale d’Italia è il cimitero delle opere incompiute e che dietro la farraginosità e la doppiezza dei procedimenti amministrativi si trova l’acqua di coltura per illiceità di ogni tipo”. Tuttavia, “le sacrosante preoccupazioni di tutti non possono emergere soltanto dall’incremento degli illeciti penali contemplati nei reati contro la Pubblica amministrazione” – conclude.
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