Scambio di colpi a distanza tra Gianni Alemanno e Ignazio Marino. Il primo, nel corso dell'audizione presso la Commissione parlamentare Antimafia, pur ritenendo che "non ci sono le condizioni per lo scioglimento del Comune per mafia" ritiene "opportune le dimissioni dell'attuale sindaco", in modo da "tornare alle elezioni e creare così una barriera politica rispetto a quanto accaduto in passato". A chi gli chiedeva se, alla luce dell'inchiesta Mafia Capitale che lo vede coinvolto, ripeterebbe l'esperienza in Campidoglio, Alemanno ha risposto: "Rifarei il sindaco, magari mi sforzerei di farlo il meglio possibile".
Il sindaco Marino, intercettato al termine dell'incontro tra Anci e governo svoltosi al Mef, a una domanda sull'audizione di oggi di Alemanno in Commissione Antimafia ha commentato: "Gianni Alemanno è indagato per un reato molto grave, l'associazione mafiosa. Se fosse confermato in giudizio sarebbe un'onta non solo per lui ma anche per la città di Roma".
"Come ha detto il procuratore Pignatone – attacca il primo cittadino della Capitale – con l'amministrazione Alemanno la criminalità organizzata era arrivata a occupare posizioni di vertice nell'amministrazione e questo non è accaduto con l'amministrazione Marino perché c'è stata una discontinuità". E aggiunge: "Io posso dire che la discontinuità c'e' stata, nessuna delle persone che erano ai vertici delle aziende durante l'epoca Alemanno erano ai vertici durante il mio insediamento".
Oltre a commentare la situazione del Comune di Roma, Alemanno ha risposto ad altre domande molto delicate, come ad esempio il suo rapporto con Massimo Carminati: "A Rebibbia – ha sostenuto l'ex sindaco – quando fui arrestato per una molotov, non ho mai avuto modo di conoscere Carminati. Fui portato nel braccio G8 di Rebibbia mentre nel braccio G9 c'erano quelli dei Nar e di Terza posizione: ripeto destra istituzionale e destra eversiva sono due realtà antagoniste. Solo nell'ultimo mese fui portato nel braccio G 9 dove ebbi un incontro fuggevole con Dimitri, che poi è morto. E si sapeva che in quel braccio, al G9, c'era anche Buzzi".
Rispondendo poi ad alcune domande dei parlamentari sui rapporti tra Carminati e Riccardo Mancini, ex a.d. di Eur spa, Alemanno ha ribadito che, in seguito all'uscita dell'articolo dell'Espresso "I quattro re di Roma", del dicembre 2012, chiese ai suoi collaboratori se avessero rapporti con Carminati, e Mancini fu uno di questi, ma Mancini gli rispose che, pur avendolo conosciuto, non lo frequentava nè aveva rapporti di alcun tipo con Carminati.
Parlando della sua posizione nell'ambito dell'inchiesta di Mafia Capitale, Alemanno ha osservato: "L'inchiesta è totalmente aperta, si potrà dare un giudizio chiaro soltanto quando gli atti saranno depositati e a disposizione delle parti. Prima di allora io do una valutazione di ambiente e politica, ma gli aspetti specifici personali si vedranno quando la magistratura depositerà gli atti. E io spero in quella sede di essere prosciolto".
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