Dopo Matteo Orfini, arriva il senatore dem Stefano Esposito: il PD, sul caso di Ostia passa alla contromossa e decide che la linea – discutibile – per mistificare quanto sta accadendo sul litorale romano sia attaccare a viso aperto il Movimento 5 Stelle. Nel mirino, stavolta, il deputato Alessandro Di Battista.
“Il reggente del clan Spada, Roberto, è un fans [sic] di Alessandro Di Battista, come dimostra la foto che pubblico qui di seguito”, scrive il senatore, che attacca il M5S per non aver espresso solidarietà alla giornalista di Repubblica Federica Angeli. Insomma, dal PD la voce sembra unanime: secondo i dem, il M5S è reo di adottare la stessa linea della mafia. Non ne ha fatto mistero Orfini, non ne fa mistero Esposito.
Eppure, agli occhi del web, i dettagli non sfuggono. Già a Matteo Orfini qualcuno faceva notare che, per la serie tu quoque, anche il PD, fino a qualche tempo fa, chiedeva le dimissioni di Ignazio Marino. Rei anche in casa Renzi di adottare la stessa linea della mafia? Per Esposito, non ci sono dubbi: “Vorrei invitare Di Battista e compagni a riflette sul perché personaggi come Roberto Spada a noi del PD ci minacciano e a voi grillini vi condividono i post sulle loro bacheche [sic]”. Il post di Esposito ha scatenato anche i commenti della stessa Angeli che scrive: “Quando un mese e mezzo fa la giunta Tassone ha presentato un ordine del giorno di solidarietà a me per gli attacchi ricevuti su Fb, i tre consiglieri del 5 Stelle si sono astenuti. Non hanno votato per me”.
Che al tempo del governo Renzi la politica si faccia a colpi di tweet, non è un mistero. E non deve quindi sorprendere che si utilizzi Facebook per creare ‘crisi istituzionali’. Ma l’equazione per cui se un delinquente condivide il post di un politico, allora quel politico sia un delinquente egli stesso, non regge. “Quindi se un mafioso ascolta una canzone di De Gregori significa che il cantante è mafioso?” – commenta ironicamente sulla bacheca di Alessandro Di Battista un utente di Facebook.
Qui non c’entrano le simpatie politiche, qui c’entra l’onestà verso gli elettori, che altri non sono se non i cittadini italiani. Gli stessi che, negli anni, hanno visto proliferare la mafia a Ostia, quando a Ostia il Movimento 5 Stelle non esisteva.
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