#MafiaCapitale, truccati appalti per restauro aula Giulio Cesare
Sei nuovi arresti da parte della Gdf. Nei guai l’imprenditore Fabrizio Amore, già coinvolto nell’inchiesta
Non si arrestano le ondate di arresti nell'ambito dell'inchiesta di Mafia Capitale. Nella giornata di oggi giunge la notizia di altri sei arresti, effettuati dalla Guardia di Finanza. Nel mirino delle Fiamme Gialle gli appalti truccati, tra i quali figurano anche le gare al restauro dell'aula Giulio Cesare del Campidoglio, sala delle riunioni del Consiglio comunale capitolino. In base alle prime notizie giunte pare che le gare d'appalto fossero state affidate all'imprenditore, già coinvolto in Mafia Capitale, Fabrizio Amore. Alcune indiscrezioni riferiscono che sarebbe coinvolto anche un alto dirigente della Sovrintendenza ai Beni Culturali.
L’inchiesta della Guardia di Finanza ha consentito di fare luce su una serie di truffe nel settore degli appalti pubblici. Riguardo il restauro dell’Aula Giulio Cesare l’imprenditore arrestato si sarebbe mostrato più volte sicuro di vincere la gara, al punto da stipularecontratti ed effettuare pagamenti in acconto ai subappaltatori alcuni giorni prima dell’apertura delle buste contenenti le offerte. L' associazione, pertanto, avrebbe fatto in modo che alla gara fossero invitate esclusivamente società riconducibili allo stesso soggetto economico.
Il nome dell’imprenditore Amore sarebbe correlato anche ad alcune strutture residenziali in zona Ardeatina. Dalle indagini emerge che Amore avrebbe intrattenuto rapporti con alcuni personaggi all’interno degli Uffici di Roma Capitale: l’imprenditore, tramite le sue società, controllate a loro volta da società lussemburghesi, avrebbe concesso in affitto al Comune due strutture residenziali, appunto in zona Ardeatina, per la gestione delle emergenze abitative della Capitale. Da parte sua, il Campidoglio, per diversi anni, avrebbe pagato circa 2.250 euro al mese per ogni appartamento. Tuttavia, alcune di queste unità immobiliari, anziché essere destinate all’emergenza casa, erano utilizzate da Amore per fini propri.
In totale, gli uomini della Guardia di Finanza avrebbero scoperto un’evasione fiscale per 11 milioni di euro, sempre a firma di Amore, attraverso un gruppo di società a loro volta controllate “da imprese estere con sede in Lussemburgo”.