"Dare numeri sulla stima dei danni oggi sarebbe dare numeri al lotto. Nel nostro paese spendiamo ogni anno 7 miliardi per riparare i danni provocati dalle calamità naturali. Un onere pesante. Bisogna ricalibrare l'intervento pubblico investendo in prevenzione e riducendo il costo dei ripristini con l'emergenza". Lo dice il capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, Angelo Borrelli, ieri sera a Genova facendo il punto con la stampa dopo un sopralluogo aereo con il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, per verificare i danni dell'ultima ondata di maltempo.
"Dobbiamo fare una seria riflessione e immaginare di liberare risorse per la prevenzione – prosegue il capo della Protezione civile – predisponendo un sistema di copertura assicurativa dei danni per le calamità naturali su base obbligatoria. Lo diceva Bertolaso, lo diceva Gabrielli, lo ridice Borrelli". Per Borrelli, inoltre, "c'è un tema di manutenzione del territorio. Al di là delle mareggiate che sono un evento eccezionale, dissesti e frane che registriamo sono dovuti a scarsa manutenzione dei territori e a mancanza di pulizia degli alvei dei fiumi".
"E' stata una delle più complesse situazioni meteorologiche vissute nel nostro Paese negli ultimi 50-60 anni. Abbiamo superato i livelli delle precipitazioni e delle portate dei fiumi del 1966, anno dell'alluvione di Firenze e del Tagliamento. Il Paese è stato sferzato da venti di tempesta. In 16 anni alla Protezione civile, non ho mai visto un bollettino di condizioni meteo avverse con questa complessità. Quello che dispiace- afferma Borrelli- è contare i morti, 11 in tutto il territorio nazionale, compreso un soccorritore. Sono stati coinvolti oltre 20.00 uomini e donne del sistema nazionale di protezione civile, 5.500 vigili del fuoco, oltre 8.000 volontari e 2.000 uomini delle Ferrovie dello Stato. Abbiamo attivato 21 centri di coordinamento e soccorso nelle varie Prefetture e oltre 600 centri comunali di protezione civile". Per quanto riguarda la Liguria,
Borrelli sottolinea che "se non ci fosse stata l'imprevedibilità e l'eccezionalità della violenta mareggiata, si potrebbe dire che il sistema aveva risposto in modo adeguato. In Liguria la conoscenza del rischio è diffusa, non lo stesso si può dire per altre parti del Paese. Dobbiamo lavorare affinché i nostri cittadini siano sempre informati e consapevoli dei comportamenti corretti da tenere in queste situazioni". (Sid/ Dire)
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