Interviste

Maltempo e mala gestione: solo 220 uomini per tutta Roma e provincia

Una notte di paura per la capitale e molti comuni del Lazio dove le forti perturbazioni, accompagnate da venti violenti, hanno richiesto interventi da parte dei vigili del fuoco, almeno cento. Le piogge violente hanno colpito la Capitale dalle ore 20 di ieri alle 2 di questa notte, e in altri comuni fino al mattino.

Gli interventi si sono concentrati soprattutto a nord di Roma e sul litorale, nella provincia di Civitavecchia, Ladispoli e Cerveteri: allagamenti stradali e nelle abitazioni. Nella zona invece a sud di Roma e nei Castelli i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per il forte vento. Nei comuni di Ciampino, Marino e Velletri abbattuti pali della telefonia, rami pericolanti, e coperture in genere si sono staccate per il forte vento. Ad Albano Laziale forse l’episodio più grave: un albero è caduto su una vettura con a bordo una persona, che è stata liberata e consegnata agli operatori del 118.

La denuncia dell’ex dipendente della Protezione Civile

Parliamo con un ex dipendente del dipartimento della Protezione Civile oggi in pensione, anche ex sindaco del comune di Vallinfreda.

“C’è un allarme a monte di queste continue precipitazioni, ed è un allarme meteorologico di tipo giallo emanato dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, il quale prevede che i centri di competenza regionale sappiano esattamente le condizioni in atto nelle 12, 24 e 36 ore a venire. Per legge la Regione Lazio deve attivare in ogni comune il Centro Operativo Comunale, COC, per supporto ai Vigili del fuoco, che su Roma e tutto il litorale romano sono infinitamente pochi, 220 unità per un territorio che va da Civitavecchia ad Anzio, Cerveteri, Ostia, Pomezia, compreso l’entro terra fino a Subiaco,Tivoli, Frascati, e Marino.

In giornate come queste, come si pensa che 220 uomini possano raggiungere in tempo utile due milioni e mezzo di cittadini della provincia di Roma? Dov’è la collaborazione con le municipalizzate che andrebbero avvertite? il cittadino paga le tasse per la sua incolumità, le risposte dovrebbero arrivare dal Dipartimento Nazionale e da ogni singolo comune, e anche dall’ Arma dei Carabinieri che dovrebbe verificare che tutta lamacchina della protezione sia attiva e celere.

Questa impressionante scarsità di unità rappresenta un pericolo per i cittadini e per i Vigili del fuoco.

Inoltre, come se non bastasse, le stazioni dei carabinieri chiudono alle 22.00. Facciamo un esempio: se la stazione di Cerveteri chiude alle 22.00, da quell’orario in poi le chiamate di soccorso dei cittadini slitteranno nei comuni limitrofi. Riducendo ancora di più il numero di uomini competenti per intervenire in aiuto della popolazione civile.

Se c’è un allarme preventivo da parte della Protezione Civile con rischi idrogeologici e di vento, perché poi i comuni non sono aperti in stato di allerta? Le strutture e i municipi perché chiudono? e i sindaci cosa fanno nel frattempo? accade spesso che gli stessi che non vigilano sul lavoro delle strutture competenti, poi siano gli stessi che lamentano danni dele città e malfunzionamenti del servizio di sicurezza e di protezione.”

Frattanto il meteo del pomeriggio prevede un altro peggioramento.

Ma parliamo anche di un esempio virtuoso

Parliamo anche con Valentino Arrillo coordinatore del sistema comunale della Protezione Civile del comune di Civitavecchia, un esempio di COC (Centro Operativo Comunale) da imitare: 

“Quando apri un COC deve essere presidiato, se non c’è neppure una persona che risponda al telefono la struttura è inoperativa e inutile. Noi siamo in contatto con il canile e le guardie zoofile perché anche gli animali che non possono chiedere aiuto devono essere messi al riparo. Inoltre siamo in accordo protocollo di intesa con gli off road, coloro che possiedono i fuori strada e noi mettiamo gli equipaggi nei loro mezzi. Ci deve essere un collegamento costante tra le autostrade, i centri Meteo, le forze dell’ordine e gli ospedali. Occorre spesso intervenire per portare medicinali a persone gravemente malate che non posso uscire in condizioni normali, figuriamoci in caso di allagamenti e condizioni meteo estreme.”

Ci spiega anche qualcosa sul deflusso delle acque e venti

“Il vento forte di questa notte ha fatto alzare le mareggiate, in casi come questo i fossi non sfogano in mare, i tombini si intasano e aumentano le situazioni di criticità a livello fognario. Le foglie che cadono con gli aghi di pino impediscono all’acqua piovana di defluire e a quel punto le acque acquistano forza trascinando con se ogni ramo, detrito, spazzatura, così le strade diventano fiumi. Ieri abbiamo dovuto evacuare per queste ragioni una persona qui a Civitavecchia.

Consiglio a tutti di avere un estintore in casa, costa solo dieci euro e può essere davvero di aiuto”.

Giulia Bertotto

Laurea magistrale in Filosofia e master in “Consulenza Filosofica e Antropologia Esistenziale". Collabora con il "Lucania Film Festival" e ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo "In caso di Apocalisse" e il saggio "Westworld la coscienza in serie", presentato alla fiera editoriale “Più libri più liberi” di Roma.

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