“Mamma non si muoveva. Papà l’aveva colpita con una scatola di ferro”
Bambini segnati per sempre, con un dolore infinito a cui sopravvivere, hanno visto morire un genitore per mano dell’altro
“Mamma non si muoveva. Papà l’aveva colpita con una scatola di biscotti di ferro”. E’ la frase che risuona in un’aula di Tribunale del Lazio, durante un processo di femminicidio, e che racconta del giorno che ha distrutto la loro vita. Loro sono due bambini gemelli, figli di Maria, un’insegnante di 48 anni. A 9 anni, durante la colazione con mamma e papà, tra le mura di casa, gli è esplosa la quotidianità. E per loro, testimoni involontari, è stato facile scambiare la scatola di biscotti con una “mazzetta”, troppo sconosciuta, troppo estranea al contesto mattutino. La chiamata ad una zia, la cronaca che investe di luce l’ennesimo femminicidio, il funerale, il processo, l’affidamento. E poi il buio. Nessun sussidio. Bambini segnati per sempre, bambini con un dolore infinito a cui sopravvivere. Rimasti soli due volte, hanno visto morire un genitore, per mano dell’altro. Bambini che non possono più attendere. Oggi, mentre l’iter di approvazione della legge che mira a tutelare gli orfani delle vittime di femminicidio si è fermato, continua ancora a crescere il numero delle vittime. Per questo, come donne del PD della provincia di Roma, abbiamo deciso di non rimanere ferme e firmare un appello/ mozione che, anche attraverso la Consulta donne amministratrici Anci Lazio, cercheremo di far approvare in tutti i Consigli comunali del Lazio. La legge per tutelare i figli delle vittime di femminicidio deve avere una rapida approvazione. Loro esistono, la loro mamma non più.
*Eleonora Mattia. Avvocato e giornalista pubblicista. Ha collaborato con l’Unità. Delegata all’Assemblea Nazionale, responsabile della Città metropolitana e delle pari opportunità PD Provincia di Roma. VicePresidente della Consulta donne amministratrici Anci Lazio. Già vicesindaca del Comune di Valmontone attualmente è consigliera comunale.