Nel 2010 una donna ucraina ha venduto il suo bambino al prezzo di 25.000 euro. Il losco affare è stato scoperto dai carabinieri di Cassino, i quali hanno intercettato la coppia che ha fatto da intermediari nella sporca compravendita. Sono passati oltre due anni e mezzo dai fatti accaduti e la sentenza, emanata dal tribunale di Cassino tramite rito abbreviato, è la seguente: perdita della potestà genitoriale sul bambino più un anno e quattro mesi di reclusione per la mamma naturale ucraina; otto mesi di reclusione è la pena da scontare per gli intermediari connazionali della donna; i coniugi acquirenti sono penalizzati a stare in carcere per un anno e quattro mesi, mentre per il loro avvocato la pena è di otto mesi. A prendere le difese del minore è stato l'avvocato penalista Antonio Marino, grazie al quale -con l'ultima sentenza del Gup del tribunale di Cassino, Donatella Perna- i colpevoli ora sono dietro le sbarre.
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