Prosegue l’emorragia nel Movimento Cinque Stelle, e molti temono ora la scissione. “Come si chiama questo?”. Se la rideva Maurizio Gasparri due anni fa quando Marcello De Vito, Cinquestelle presidente dell’assemblea capitolina, fu arrestato nell’ambito di un’inchiesta sullo stadio della Roma.
“Io l’ho presa a ridere – sorrideva il senatore azzurro intercettato fuori palazzo Madama – siamo amministrati bene, a Roma non abbiamo mai avuto una cosa bella come questa, io sognavo un’amministrazione come questa: la Raggi, come si chiama questo, De Vito? Le pecore brucano l’erba, la trasparenza, l’onestà, tappano tutte le buche…è un quadro barocco”.
Avvocato, classe ’74, mister preferenze nel 2016, quando ne incassò oltre 6mila contribuendo alla vittoria di Virginia Raggi. Non uno qualunque, nel 2013 era stato candidato sindaco a Roma per il M5S. Poi, il baratro: l’arresto e tre mesi e mezzo in carcere. Gasparri non si fece scappare nemmeno quell’occasione: su Facebook lo prese in giro commentando un suo post in cui De Vito parlava di agrumi.
“Arance…”, sottolineò Gasparri mentre l’avversario era in carcere. Poi i domiciliari, la scarcerazione decisa dalla Cassazione. De Vito resta al momento imputato per corruzione e la Procura ha chiesto il processo con rito immediato. Oggi, però, la storia è un’altra. Marcello De Vito passa con Forza Italia. Presentazione in pompa magna, come si fa con i fuoriclasse strappati alla Premier League, o le giovani promesse che arrivano dall’Ajax.
Presentazione in pompa magna, come si fa con i fuoriclasse strappati alla Premier League, o le giovani promesse che arrivano dall’Ajax.
“Abbiamo un annuncio di rilievo che dimostra quanto Forza Italia cresce nella capitale”, dice il coordinatore nazionale Antonio Tajani dalla sede nazionale del partito. Alla sua destra il commissario romano Gasparri, alla sua sinistra De Vito. Dietro, un tripudio di bandiere di Forza Italia. Prima di lasciare la parola a De Vito, Gasparri assicura che il suo arrivo “a nostro avviso è una notizia, la sua adesione a Forza Italia è un fatto positivo, lo ringraziamo e gli auguriamo buon lavoro”.
E le arance? Le pecore? Il quadro barocco? “In questi anni” De Vito “ha cercato di stimolare la discussione su temi concreti”. Tutto dimenticato. Poi tocca a lui, l’ultimo arrivato. Completo scuro, cravatta scusa, camicia bianca. “È una grande emozione per me, entro in una forza politica storica, che ha segnato la storia del Paese e ha radici ideologiche profonde, matrici culturali e politiche da cui mi sono sempre sentito rappresentato anche prima di entrare in politica.
Sono sempre stato un elettore di centrodestra”. Raccontano che nei mesi passati De Vito abbia bussato alle porte di Fratelli d’Italia e Lega, ma queste non si siano aperte. Lui è sportivo: Meloni? “È una leader bravissima, pari ai suoi consiglieri. Lo stesso dicasi della Lega”. E Virginia Raggi? “Mourinho direbbe ‘squadra mediocre, risultato mediocri’”. Punto.
Nessun rimpianto verso gli ex colleghi grillini: “Non ho più retto le mille capriole ideologiche del Movimento cinque stelle. Si è perso, non so se è imploso, ma non ha più segnato alcun aspetto innovativo. A loro dico buon Pd, buon campo progressista, buon contenzioso con Casaleggio e video dell’autoelevato, non sono cose che sento più mie”. Beppe Grillo derubricato a “autoelevato”, ecco cosa dice De Vito mentre il cartonato della bandiere di Forza Italia svetta alle sua spalle.
E Berlusconi? “Non c’è stato ancora il modo di sentirlo”, ammette, ma poi rilancia: “Credo che negli anni Novanta, quando ha iniziato, sia stato un grande innovatore della scena politica italiana“. Insomma, i primi dischi erano i migliori. Poi… Poi cosa? Poi oggi, con Toti e Brugnaro che scappano da una parte e Salvini che azzanna il partito da un’altra, Forza Italia risponde con l’acquisto di De Vito.
“Mi sono detto – spiega De Vito – posso smettere di fare politica, è legittimo, o mettere a disposizione questi 8 anni di esperienza a quell’area politica che ha sempre rappresentato le mie idee, il mio punto di vista, la mia cultura. La cosa è avvenuta in modo abbastanza naturale, da qualche mese, da gennaio. Oggi Fi rientra in assemblea capitolina passando dalla porta principale, è una sfida di cui sono entusiasta”.
Infine, qualcuno ricorda le arance dei Cinquestelle a Ignazio Marino, ma non le arance di Gasparri per De Vito. La vicenda giudiziaria ha influito sulla scelta di passare con Fi? “Zero, la scelta sarebbe stata identica”.
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