Da Varsavia giungono già i primi aggiornamenti.
A tenere informata l'Italia, ci pensano Marco Scurria e Carlo Fidanza, i due europarlamentari di Fratelli d'Italia, giunti in terra polacca per monitorare la situazione e verificare le condizioni in cui si trovano i nostri connazionali.
Grazie al collegamento telefonico con Un Giorno Speciale, la trasmissione radiofonica di Francesco Vergovich, Marco Scurria fa sapere che al momento i due europarlamentare si trovano all'interno dell'ambasciata italiana in attesa dei permessi per entrare in carcere, che dovrebbero giungere nel giro di pochi minuti.
Una volta in carcere, i due, parleranno con gli italiani lì detenuti, per capire, anche attraverso la loro voce, cosa è successo e di cosa hanno bisogno.
A Varsavia sono presenti anche le famiglie di alcuni dei 22 italiani ancora trattenuti; gli altri familiari, non sono potuti partire, soprattutto per motivi economici. A loro, Marco Scurria, vuole dire che "c'è qualcuno che si sta occupando di questi ragazzi, per trovare una soluzione veloce ad una follia, che ha visto più di 100 persone arrestate e 22 ancora in carcere, trattenute senza reali motivi".
La situazione, però, è più complicata di quanto non possa sembrare, poiché, come ci informa Scurria, un gruppo di persone è già stato condannato in primo grado. Altri, invece sono ancor in attesa di giudizio. Quindi, bisogna agire su due piani diversi: bisogna innanzitutto far scarcerare chi è ancora in attesa del giudizio, poi bisogna richiedere una sentenza di secondo grado per tutti gli altri, che porti alla loro scarcerazione, anche dietro cauzione.
"Domani – continua Scurria – Letta sarà qui per incontrare il suo omologo polacco, in occasione di una visita concordata già da tempo. Quello che ci aspettiamo è che il presidente Letta metta in campo tutto il suo peso politico".
Non solo. Marco Scurria affonda il colpo: "Qualche giorno fa, qui, ci sono stati degli scontri con una minoranza russa, e in quell'occasione la Polizia polacca è stata accusata di scarsa inefficienza nella gestione della situazione. Secondo me, anche questo ha pesato. E' come se la Polizia avesse voluto dimostrare di essere capace, e a pagarne le conseguenze siamo stati noi. Dico noi in quanto italiani, in quanto cittadini di una stessa Nazione, ancora una volta non tutelati dalle istituzioni. Io non sono nemmeno un tifoso della Lazio, qui il tifo non c'entra nulla. Bisogna fare squadra in quanto italiani, e io parlo proprio da italiano".
"Io e il mio collega Fidanza – aggiunge – ci siamo mossi subito per tenere alta la soglia d'attenzione. Perché, a quanto pare, i nostri governi, che sono ancora in piedi in quanto da tutti apprezzati e in quanto, si dice, godono di buona fama oltre i confini nazionali, alla fine non riescono a risolvere nemmeno le situazioni più banali. E l'Italia non se lo merita. Manca sempre la volontà politica di puntare i piedi e, se serve, di sbattere anche qualche pugno sul tavolo. Soprattutto in una situazione come questa: per arrestare più di 100 persone, vuol dire che la città deve essere stata devastata. Invece non si conta un ferito, per fortuna, non una vetrina infranta. E' evidente che c'è una sproporzione nell'intervento della Polizia e nelle conseguenze giudiziarie".
"L'ambasciatore italiano – conclude – si sta prodigando con tutte le sue forze. Certo, ci aspettavamo che ci fosse anche qualche rappresentante del governo, ma così non è, ci siamo solo io e il mio collega Fidanza. Cercheremo di agire in sintonia con l'ambasciata: vogliamo dare una mano, senza scavalcare nessuno. In mancanza dell'intervento del governo, ci proviamo noi a puntare un po' questi piedi".
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