Il corteo del popolo italiano antiproibizionista è partito dalla Bocca della Verità e poi ha sfilato lungo le vie di Roma al grido di "Illegale è la legge", facendo riferimento alla c.d. Fini-Giovanardi (legge 21 febbraio 2006 n. 49), che sostanzialmente ha reintrodotto il concetto quantitativo per distinguere tra consumo personale e spaccio, stabilendo altresì che tutte le droghe sono uguali di fronte alla legge. Chi acquista, riceve o illecitamente detiene sostanze stupefacenti in quantità superiore al limite stabilito per uso personale viene punito.
In testa al corteo molti artisti di strada. Hanno preso parte alla sfilata anche diverse associazioni e movimenti tra cui il centro sociale Forte Prenestino, No tav Antiproibizionista, Overgrow, il centro sociale Valle Faul di Viterbo, Strike ed Esc Roma, Radio Torre, Quadraro Massive.
Attimi di tensione si sono verificati poco prima della partenza, quando il leader dei Radicali, Marco Pannella, è stato duramente contestato dai manifestanti, tanto che è stato costretto a lasciare la piazza – "Sei un venduto, vattene via!": questi i cori contro Pannella.
La tensione era nell'aria e le polemiche avevano preso il via già giorni addietro: gli stessi organizzatori avevano fatto sapere di non gradire la presenza dei Radicali né di alcun partito di destra. "Dopo così tanti anni di lotta antiproibizionista, sarebbe la nostra prima assenza" – aveva dichiarato Marco Pannella, facendo capire che avrebbe comunque preso parte al corteo: "Per le esigenze della causa hanno stabilito che loro sono il movimento antiproibizionista proclamato. Noi andremo al loro corteo: decideremo in questi giorni in che modo, ma divieti di questo genere non ci hanno mai fatto tornare indietro".
"La prima manifestazione antiproibizionista – aveva ricordato il leader dei Radicali – fu a piazza Cavour addirittura nella seconda metà degli anni '60".
Pannella si è poi allontanato e il corteo ha iniziato a sfilare.
"Siamo oltre trentamila" – ha dichiara Mefisto, portavoce degli organizzatori.
Organizzatori che chiedono a gran voce l'abolizione della Fini-Giovanardi, ritenendo che questo passo sia fondamentale e di prioritaria importanza per questo Paese, "così come la Bossi-Fini" – dichiarano.
La data del corte non è casuale: mercoledì la Fini-Giovanardi sarà giudicata dalla Corte Costituzionale.
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