"Non si può mettere in alcun modo in discussione il risultato del referendum del 2011. Noi vogliamo che Acea resti pubblica".
Così il sindaco di Roma Ignazio Marino a proposito dell' emendamento al decreto Salva Roma che riguarda la cessione di quote Acea che ha avuto l'ok della commissione in Senato e ora è approdato in Aula.
Contro l'emendamento a firma Linda Lanzillotta (Sc) si sono espressi anche il Pd e Sel in Comune. "Questa amministrazione è fermamente contraria", ha concluso Marino.
Michele Meta, deputato e membro della direzione nazionale del PD si schiera apertamente con Marino
"Mi auguro che al Senato si sia preso un clamoroso abbaglio – ha dichiarato – con l'emendamento che spinge il Comune di Roma a privatizzare una quota di Acea e che apre ad ipotesi di licenziamenti per motivi economici nelle aziende partecipate. E' alquanto riduttivo,e non risolve alcun problema, affrontare il rilancio dei servizi pubblici e l' efficientamento delle aziende capitoline svendendo quote di Acea o incidendo esclusivamente sul costo del lavoro delle ex municipalizzate. Una ricetta sconfitta dalla storia e superata dal tentativo che in Campidoglio si sta facendo in questi mesi per recuperare credibilità ed efficienza di aziende strategiche per i servizi come Atac, Ama e Acea. L'accantonamento in Aula al Senato dell'emendamento sulle aziende romane e' una buona notizia. Nel caso non fosse modificato il testo, cosi' come votato in commissione, ci impegneremo per l'abrogazione dell'emendamento alla Camera dei Deputati".
Il primo cittadino della Capitale riceve il sostegno anche da Fratelli d'Italia. Il vice capogruppo alla Camera, Fabio Rampelli ha tuonato:
"L’emendamento a firma della senatrice Lanzilotta al decreto "Salva Roma" nella Commissione Bilancio del Senato è follia pura: una proposta vaneggiante che avrebbe effetti pesantissimi sulla tenuta occupazionale dell’azienda con licenziamenti che metterebbero a serio rischio migliaia di posti di lavoro. Al contrario, è importante incrementare ed efficientare i servizi, salvaguardare quindi l’interesse pubblico tutelando soprattutto le aziende che producono guadagni, come nel caso di Acea che garantisce dividendi a Roma Capitale. Ricordo che poco tempo fa all’ interno del centrodestra fummo gli unici a batterci affinché Acea rimanesse in mano all’ Amministrazione capitolina come maggioranza di una azienda strategica, sia per le competenze su acqua ed energia che per il profilo industriale e aziendale che possiede. In passato ci siamo battuti per il controllo pubblico di Acea, battaglieremo anche ora contro quest’emendamento folle".
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