Marino, attacco frontale a Renzi: “Voleva Roma nelle sue mani”
“Renzi ha messo in atto un’operazione di killeraggio che ha fatto esultare i tanti potentati che vogliono rimettere le mani sulla città”
E' uscito di scena ma continua a fare rumore e non poteva essere altrimenti. Del resto la vicenda non poteva che evolvere in questo modo, dopo che in conferenza stampa ha attaccato frontalmente il partito di cui fa parte, dicendo di "essere stato accoltellato da 26 persone, mosse da un unico mandante". Ignazio Marino, nel pomeriggio di oggi ha scritto un post al vetriolo contro il presidente del Consiglio Matteo Renzi, con il quale è ormai da tempo in rotta di collisione. Anzi, a voler utilizzare le sue stesse parole, con il premier non è in cattivi rapporti, visto che è da un anno che non lo sente.
Fatto sta che se i due non si parlano a voce, di messaggi a distanza negli ultimi tempi se ne registrano parecchi. L'ultimo è arrivato a Palazzo Chigi da parte dell'ex sindaco di Roma, un vero e proprio "siluro" con destinazione Palazzo Chigi: "Il Presidente del Consiglio – tuona Marino – potrebbe e dovrebbe esercitare maggiore rispetto. Continua a dire 'basta polemiche', ma poi insiste negli insulti e nelle provocazioni. Non si rende conto, o forse non gli interessa, che insultando me insulta le centinaia di migliaia di cittadini che mi hanno scelto come sindaco prima alle primarie, poi al primo turno ed infine al ballottaggio. Ignora le numerose manifestazioni di sostegno che in migliaia mi stanno dedicando".
Evidentemente, l'ex primo cittadino della Capitale non ha gradito le considerazioni espresse ieri da Renzi nella newsletter, nella quale il presidente del Consiglio aveva auspicato la fine delle polemiche, affinché Roma possa affrontare degnamente il Giubileo e i romani possano tornare ad essere orgogliosi della loro città. Renzi, peraltro, aveva parlato senza mezzi termini di fine della telenovela dell'amministrazione comunale di Roma.
Frasi che Marino, ospite stasera del programma condotto da Giovanni Floris, "Di Martedì", non ha digerito: " È del tutto evidente – prosegue il post – che Renzi mi attacca e offende sul piano personale per coprire con la 'damnatio memoriae' una spregiudicata operazione di killeraggio che ha fatto esultare i tanti potentati che vogliono rimettere le mani sulla città. Occorre invece ristabilire la verità, Renzi voleva Roma sotto il suo diretto controllo e se l'è presa, utilizzando il suo doppio ruolo: come segretario del partito ha voluto che i 19 consiglieri del PD si dimettessero, come Presidente del Consiglio ha sostituito il sindaco, legittimamente eletto, con un prefetto, certamente persona degnissima, che farà capo, come dice la legge, allo stesso Presidente del Consiglio".
Le conclusioni dell'ex sindaco sono le seguenti: "Assistiamo a una pericolosa bulimia da potere, che elimina gli anticorpi democratici. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene allontanato o addirittura bandito". La guerra interna al Pd continua.