Dopo la richiesta di Nichi Vendola e la conseguente rinuncia di Luigi Nieri, Sel, si arresta ufficialmente anche la corsa a sindaco di Roma di Umberto Marroni, capogruppo Pd in Campidoglio.
“Per uscire dall’emergenza, Roma ha bisogno di una proposta di governo credibile e di un’ampia alleanza politica e sociale. Da giorni faccio appello per la semplificazione, dando la mia disponibilità ad un confronto programmatico con gli altri candidati”, così il candidato uscente Marroni, che rinuncia alle primarie del centrosinistra per appoggiare il candidato David Sassoli.
Secondo il capogruppo, le primarie con sette candidati sarebbero apparse come una lotta interna che avrebbe rischiato di gettare confusione tra gli elettori.
“Oggi – ha continuato – ritengo fondamentale una semplificazione del quadro, per presentare una proposta di centrosinistra credibile e chiara al fine di vincere e liberare la città dalla mala gestione della Giunta Alemanno e per scongiurare lo tsunami Grillo. Per questo ho deciso di dare il mio sostegno a David Sassoli. Metto a disposizione la mia esperienza e l’importante elaborazione programmatica di questi mesi per dare vita ad un’ampia alleanza per il futuro della Capitale”.
Dopo l’annuncio del capogruppo del Pd Umberto Marroni, Sassoli ha dichiarato che si augura un’ulteriore semplificazione del quadro dei candidati, in favore di altre convergenze sui programmi elettorali. “La disponibilità e la generosità di Umberto sono rilevanti anche per l'esperienza di capogruppo e leader dell'opposizione in Campidoglio”, ha dichiarato il giornalista ed europarlamentare Sassoli.
LA CARTA D’INTENTI – Sono sei, quindi, i candidati rimasti in campo.
Per il Pd concorrono alle primarie Ignazio Marino, che conta anche sull’appoggio di Ingroia, l’europarlamentare David Sassoli, i due renziani Paolo Gentiloni e Patrizia Prestipino. Sel schiera la capogruppo Gemma Azuni; il Psi punta su Mattia Di Tommaso.
A largo Argentina, i sei hanno firmato davanti al segretario romano del Pd, Marco Miccoli, la ‘Carta di intenti’, un documento che sancisce i punti fondamentali del percorso comune condiviso da tutti i candidati.
8 i macrotemi di ‘Roma Bene Comune’: in vista delle prossime amministrative, le forze politiche concorrenti alle primarie si sono concentrati su ‘nuovi modelli di sviluppo’ che rendano Roma ‘una città sostenibile’, ‘una città dei diritti e della pace’, ‘una città di tutte e di tutti’. A proposito di questo, i sei hanno deciso che la parità di genere deve riguardare anche gli organi amministrativi.
Per quanto riguarda la cultura e l’istruzione, i candidati propongono una ‘ricetta anticrisi per la Roma del futuro’, che non può prescindere dal sapere.
Si legge ancora nella Carta: ‘nuova stagione dell’etica e della legalità’; ‘beni pubblici come patrimonio strategico’; ‘smart city e innovazione tecnologica’ per creare la ‘città dei bit’.
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