Articolo aggiornato il 25 maggio. La situazione denunciata nel testo che segue è mutata in data 24 maggio, quando con la L 52/22, conversione in legge del DL 24/22, è stato ripristinato l’obbligo delle mascherine negli istituti scolastici. Le scuole perciò, hanno comunque vissuto in uno stato di obbligo quando invece esisteva giuridicamente solo una raccomandazione ad indossare i dispositivi di sicurezza individuale. Inoltre è da notare come, dopo 23 giorni di “stato di raccomandazione”, si torni all’obbligo senza un razionale e giustificato motivo sanitario, in quanto non si è stato un aumento dei contagi o il peggioramento di altri indici sanitari.
“Dal 1° maggio 2022, in molti luoghi chiusi è cessato l’obbligo delle mascherine che rimangono solo “fortemente raccomandate”. Tra questi luoghi ci sono anche le aule scolastiche come dimostrano gli estratti del Dl e delle ordinanze. Purtroppo riguardo alla questione dei dispositivi di protezione individuale sui banchi è stato montato un bailamme degno degli ultimi due anni. Basta guardare titoli ed articoli sull’argomento: quasi tutte le testate sostengono che per le scuole permanga l’obbligo di mascherina per studenti e docenti. Perfino le dichiarazioni di alcuni politici sono sulla stessa linea, tuttavia non è così. Le mascherine non sono obbligatorie a scuola.
Possibile che a fare le Leggi siano i giornali e non gli stessi che le scrivono e votano?
La storia che vi raccontiamo si svolge a Frascati, all’IIT Enrico Fermi, provincia di Roma e si presenta come simbolo eclatante e non episodico del caos giuridico ancora in corso sulle condotte di prevenzione anti-Covid nelle scuole.
La preside dell’Istituto infatti, secondo quanto ci hanno raccontato alcuni insegnanti, avrebbe preso per buona la versione mediatica invece delle direttive giuridiche, diramando una circolare che, ignorando l’ultimo DL e le ordinanze del Ministero della Salute e della pubblica amministrazione, impone a tutto il personale scolastico l’obbligo delle mascherine. Un RSU, ha protestato tramite PEC chiedendo una rettifica. La preside però non solo non ha risposto ma avrebbe continuato a sostenere la sua tesi. A quel punto, l’RSU ha proceduto con un esposto alla stazione dei Carabinieri.
Abbiamo cercato di approfondire la vicenda e siamo andati a parlare con Danilo Bughetti, docente ed RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) che ha inviato la Pec alla preside dell’istituto, a cui è seguito anche l’esposto ai carabinieri.
Vi riportiamo integralmente il testo:
“Spett.le Dirigente Scolastico e p.c. Spett.le Comando Compagnia Carabinieri Frascati
Con la presente, lo scrivente RSU UNICOBAS, fa seguito alla sua comunicazione prot.0003699/2022 in allegato, nella quale vengono riportate delle parti evidenziate in giallo riguardanti l’uso obbligatorio delle mascherine all’interno degli edifici scolastici.
Vorrei far presente che il DL 24 marzo 2022 n. 24 è nell’art. 5 che regolamenta l’uso dei “Dispositivi di protezione delle vie respiratorie” e che cessa tutti i suoi effetti al 30 aprile 2022. Mentre nell’art.9 citato, allegato alla comunicazione ed evidenziato, si regolamentano le “Nuove modalità di gestione dei casi di positività all’infezione da SARSCoV-2 nel sistema educativo, scolastico e formativo”, ed è solo in questo caso che al comma 5 si specificano gli obblighi evidenziati.
Allo stesso modo si allega alla stessa comunicazione e viene messo in evidenza “l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2” riportato all’art 1 dell’Ordinanza del 28 aprile 2022 del Ministero della Salute. On. Roberto Speranza.
Il quale in verità è riferito solo per la lettera a) “per l’accesso ai seguenti mezzi di trasporto” e per la lettera b) “per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati, nonché per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso”, ma non per le scuole.
Alla luce di quanto esposto si ritiene pertanto fuorviante, se non intenzionale, la cattiva interpretazione che se ne vuole fare. Si chiede quindi, con estrema urgenza, una comunicazione che specifichi in modo chiaro ed inequivocabile come quest’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie negli istituti scolastici non sia affatto obbligatorio, ma solo raccomandato.
Chiedo altresì che mi venga fornito, con la stessa urgenza, un report dettagliato di tutti i casi di positività che l’Istituto ha avuto dal 1 Settembre ad oggi.
Chiaramente non indicando nessun dato sensibile, suddiviso per settimane e per categorie (studenti e lavoratori della scuola), al fine di valutare in modo chiaro e trasparente l’evoluzione pandemica che si è vissuta e la situazione attuale.
Confido nel mero errore fatto in buona fede, altrimenti sarò costretto a procedere per querela di parte che formalizzerò entro 24 ore al Comando Carabinieri della Compagnia di Frascati, per la violazione degli artt. 656cp e 323cp.
Attendo una comunicazione chiara e pubblicata sul sito dell’Istituto entro la giornata del 13 maggio.
In fede e senza pregiudizio. PRINCIPAL AGENT DOCTRINE UCC 1-103 UCC 1-308.
RSU UNICOBAS Danilo Bughetti”.
“I dispositivi di protezione individuale a scuola sono obbligatori oggi solo nel caso di conferma di un caso di Covid in classe.
I carabinieri hanno accettato l’esposto e questo già dimostra la sua validità, la mia protesta perché poggia su basi giuridiche certe e inconfutabili. Ma vorrei dire alla preside che non voglio continuare una guerra nei corridoi della scuola o altrove. Il mio obiettivo è solo che la situazione si risolva il prima possibile e la Legge torni ad essere rispettata nella nostra scuola” ci ha detto Bughetti.
La questione non riguarda solo un equivoco tra docenti e stimola urgenti riflessioni: deontologia professionale della Stampa, il rapporto tra il reale e lo strapotere della sua rappresentazione mediatica, tra l’ambito della Legge e quello dell’Informazione e della Comunicazione. Siamo molto al di là del mascherina sì o no. La questione è un’altra e ne va del respiro. Della Democrazia”.
Immagine di Archivio non legata ai fatti descritti
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