Il Teatro Olimpico di Roma si può raggiungere anche percorrendo il nuovo ponte della musica ma il vero Ponte lo costruisce abilmente Massimo Ranieri unendo, con il suo spettacolo, la crisi economica del 1929 con quella attuale.
Un viaggio a bordo del piroscafo Duilio dove il Teatro di Raffaele Viviani prende corpo attraverso poesie, parole e musiche, trasformandosi in "Viviani Varietà" per la regia di Maurizio Scaparro. Tra le melodie più note dell'autore, Massimo Ranieri e i suoi bravissimi compagni di viaggio cantano in acustica, accompagnati "dal vivo" da una "dinamica" orchestra. Ma l'emozione più forte è ascoltare il pensiero di Massimo sull'attuale condizione sociale, espresso con un sapiente ed incisivo innesto fuori copione; certo bisogna "cogliere l'attimo" ma i più attenti lo hanno fatto, sentendosi così protagonisti e non solo spettatori.
Un piccolo miracolo che solo i grandi artisti sanno compiere illuminati da una innata sensibilità. La traversata dell'oceano da Napoli a Buenos Aires in cerca di fortuna nel nuovo mondo, tra promesse e speranze, diventa la prova generale dello spettacolo, che debutterà proprio a bordo del vapore per il pubblico di emigranti, al momento del passaggio dell'Equatore. L'analogia con il momento attuale nel quale i nostri giovani si trovano costretti ad abbandonare l'ex Bel Paese per trovare lavoro all'estero è a dir poco sconvolgente e coinvolgente.
Una sapiente regia mette in luce i personaggi, o meglio le persone, che animano il viaggio con le rappresentazioni di se stesse e così ambulanti, prostitute, scugnizzi, diventano protagonisti, attori per necessità, ma vitali ed energici a dispetto delle condizioni personali. All'interno del "Varietà" la grande depressione, la crisi del'29, il crollo di Wall Street che sconvolse l'economia mondiale e distrusse i redditi dei lavoratori, il reddito fiscale, i prezzi ed i profitti, dopo anni di boom azionario, viene rappresentata da scene e quadri dove la malinconia e la comicità si alternano ruotando intorno al personaggio principale: il Direttore, ossia Viviani/Ranieri. Geniale perché vero, reale.
Il messaggio che Massimo Ranieri riesce ad inviare va condiviso e trasferito ai nostri giovani emigranti con l'unica differenza che quelli attuali sono istruiti e tecnologicamente avanzati, ma bisognosi di realizzare le loro vite proprio come quelli del ' '29. Del resto Massimo stesso fu emigrante a tredici anni quando si trovò collocato negli Stati Uniti sul palcoscenico dell' Academy
di Brooklyn, a fianco di Sergio Bruni , e quindi la sua esperienza personale sommata al valore indiscusso e alla raffinata preparazione dell'eclettico artista, ma soprattutto alla enorme sensibilità dimostrata per le attuali problematiche sociali, crea i presupposti affinché il suo spettacolo abbia più valore di mille inutili comizi.
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