Maternità surrogata: i bambini devono avere tutti gli stessi diritti
Tutti i minori che sono nati, vivono e studiano in Italia, hanno diritto ad avere gli stessi diritti degli altri italiani, anche se hanno genitori omosessuali o stranieri
Il tema è di quelli che aprono discussioni interminabili tra laici e cattolici tra modernisti e conservatori. Invece vorrei affrontare l’aspetto della difesa dei diritti dei bambini, quando vengono negati, perché figli di genitori omosessuali, di coppie omologhe e non del “papà e la mamma”, come recitano alcuni, usando l’espediente di nascondersi dietro le ideologie.
I fatti sono i seguenti. Il Comune di Milano ha fermato la registrazione all’anagrafe dei figli di coppie gay, in seguito a una circolare del Ministero dell’Interno. Il Sindaco Giuseppe Sala aveva annunciato di voler fare ripartire questa trascrizione, soprattutto per tutelare quei bambini e assicurare loro gli stessi diritti dei figli di famiglie tradizionali. La comunità Lgbt, con l’adesione di varie forze politiche, ha indetto una manifestazione a Milano, il 18 marzo scorso, per protestare contro la circolare del Ministro Piantedosi. Per il Ministro trascrivere nell’anagrafe quei bambini, come figli di una coppia omogenitoriale, equivarrebbe a riconoscere la maternità surrogata, vietata in Italia ma non in altri Paesi europei.
Si ripete la situazione dei figli “italiani” degli immigrati
Si ripete la situazione dei figli di immigrati nati in Italia, che studiano in Italia, hanno qui gli amici, parlano italiano e non la lingua dei propri genitori. Magari fanno sport, si allenano e concorrono nelle gare scolastiche ma non sono italiani e, di fatto, non possono partecipare a manifestazioni internazionali come atleti italiani, non hanno il passaporto italiano. Non sono più cittadini del paese da cui vengono i genitori e non sono cittadini del paese in cui vivono. Ergo hanno meno diritti degli altri, senza averne nessuna responsabilità.
Se un bambino nato in Spagna, risulta sul certificato di nascita come figlio di una coppia di donne, dovrà essere riconosciuto giuridicamente tale anche in Italia, in Polonia, in Ungheria. Anche se le madri, o i padri, siano di diversa nazionalità da quella dei Paesi in oggetto. L’Italia è forse uno degli ultimi, assieme ad alcuni stati dell’est Europa, a riconoscere il genitore biologico come unico genitore del bambino. Per la legge europea tuttavia l’Italia dovrebbe trascrivere quei certificati esteri, per aderire alla legislazione dell’Unione Europea. Adesso ancora bisogna fare estenuanti e assurde battaglie legali. Se il figlio o la figlia sono nati in Italia si può sperare che vi siano Comuni come quello di Milano, che riconoscano quella doppia maternità o paternità all’anagrafe, oppure attraverso la stepchild adoption, ossia l’adozione del figlio del partner.
Che c’entra la gravidanza eterologa con i diritti dei bambini?
Ci vuole davvero molta pazienza, come cittadino italiano, per dover sentire queste tesi prive di fondamento, prive di umanità, prive di logica e che creano ingiustizie civili e sociali. Posizioni ideologiche che limitano i diritti di nostri concittadini, solo perché figli di immigrati o di coppie omosessuali. Credo che al primo posto la legge di uno stato laico debba porre la tutela del Cittadino e del Minore, in quanto tale. Poco conta chi siano i genitori. Quel bambino ha diritto, come essere umano, ad avere riconosciuta la identità civile di cittadino italiano perché vive qui, studia qui, parla italiano, qui ha i suoi affetti e le sue amicizie, perché si sente italiano e questo mi pare più che sufficiente perché il suo diritto venga riconosciuto.
Matteo Salvini coglie, come sempre, un’altra occasione per dire qualcosa di sbagliato. Nel giorno della festa del papà ha voluto mischiare il tema dell’utero in affitto sostenendo che “i bambini vengono al mondo se ci sono una mamma e un papà”. Dovrebbe sapere che molti bambini vengono al mondo, purtroppo, anche solo se c’è un uomo e una donna, anzi addirittura se c’è solo del seme maschile (banche del seme) e una donna disponibile a farsi fecondare. Non sempre è necessario vi sia una mamma e un papà, una coppia sposata in Chiesa o in Comune, per far nascere un figlio. Salvini dovrebbe lasciare il Medioevo e venire nel XXI secolo.
I diritti dei bambini sulla maternità surrogata: battaglia di civiltà
Questo della fecondazione eterologa è un tema a parte, rispetto ai diritti di un bambino nato e cresciuto in Europa. Posso tuttavia comprendere le posizione di un integralista cattolico, anche se faccio fatica a vederlo in molti degli esponenti di spicco della destra di Governo. Gente separata, divorziata, con figli da più matrimoni, e con uno stile di vita che ha poco del buon samaritano. Tuttavia hanno diritto di difendere le proprie idee ma sbagliano, a mio avviso, quando per imporle, ledono i diritti di persone come noi, costringendoli nella categoria dei cittadini di serie B. La battaglia per la trascrizione dei figli di coppie gay è una battaglia di civiltà.
Il Certificato Europeo di Genitorialità
Nell’Unione Europea i figli delle coppie omosessuali riconosciuti in uno dei paesi membri non potranno essere “misconosciuti” in un altro paese dell’Unione. Questo è il Regolamento proposto dalla Commissione Europea. Tutti i bambini della UE, comunque siano stati concepiti, qualunque si la famiglia in cui vivono, in qualsiasi modo siano venuti al mondo, devono avere gli stessi diritti che garantiscono loro gli stati di nascita. L’Italia dovrebbe adeguarsi. Questo regolamento riguarderà due milioni e mezzo di bambini attualmente discriminati. Se verrà approvato (è ancora una proposta di legge) darà vita a un “Certificato europeo di genitorialità”. In tal caso diventerebbe una norma per cui, anche i paesi omofobi, che non riconoscono il matrimonio egualitario, come Polonia, Ungheria, Romania, Lettonia, Bulgaria, Slovacchia, Lituania e Italia, dovranno sia riconoscere che applicare.
Ma la Commissione vuole fare anche un passo ulteriore. Oltre a sancire i diritti delle sentenze della Corte UE, vuole consentire “ai figli di beneficiare in situazioni transfrontaliere dei diritti derivanti dalla filiazione ai sensi del diritto nazionale, in materie quali la successione, i diritti alimentari o il diritto dei genitori di agire in qualità dei rappresentanti legali del minore (per motivi di scolarizzazione o di salute)”.
La Corte di Cassazione ha distinto diritti e maternità surrogata
La circolare del Ministro, che ha bloccato il Sindaco Sala, si è basata su una sentenza della Cassazione, la quale aveva ribadito che “l’ordinamento italiano non consente il ricorso a operazioni di maternità surrogata“, ma aveva anche chiarito che alla prova dei fatti “le istanze di genitorialità, nondimeno, si rivelano difficilmente comprimibili” e il “divieto di gestazione per altri non argina il progetto di diventare genitori“.
Da un lato c’è “l’esigenza di di salvaguardare i principi ispiratori dell’ordinamento giuridico italiano” ma dall’altro vanno tutelati gli interessi del bambino che “non ha colpa della violazione del divieto di surrogazione di maternità ed è bisognoso di tutela come e più di ogni altro“. Quindi un conto è l’utero in affitto, un altro sono i diritti dei bambini.
Capite bene che agitare temi di etica religiosa ha poco senso e serve solo a fare confusione. Per altro ci colloca nel novero dei paesi più arretrati della Comunità. Un bel passo indietro di cui il paese non aveva assolutamente bisogno.