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Matteo Berrettini: un 2019 per scalare la classifica Atp

Ripartire dai due titoli conquistati nel 2018 e salire nel ranking dando seguito ai progressi tecnici e mentali mostrati nell'ultima stagione. Sono questi gli obiettivi di Matteo Berrettini, atleta romano classe 1996 e grande speranza del tennis azzurro per questo 2019. Un 2019 iniziato molto bene con la recente semifinale di Sofia che l'ha portato tra i primi 50 giocatori del mondo per la prima volta in carriera.

Che Berrettini rappresenti la migliore speranza per il tennis tricolore si è visto anche in questi primi tre mesi di stagione. Apparso più maturo dal punto di vista della concentrazione e meno legato all'andamento del dritto all'interno del match, l'atleta allenato da Vincenzo Santopadre ha iniziato l'anno con gli ottavi di finale dell'Auckland Open (battuto da Leonardo Mayer al terzo set), ha dato molto filo da torcere al futuro semifinalista Tsitsipas agli Australian Open (sconfitta in quattro parziali) e ha ottenuto a Sofia la seconda semifinale Atp in carriera. Una grandissima prestazione quella in terra bulgara: eliminata la testa di serie numero 1 Chacanov agli ottavi, Matteo ha superato in tre set il veterano Verdasco nei quarti prima di fermarsi alle porte della finale sconfitto ancora in tre set da Fucsovics.

Quello di Sofia un altro importante passo nella sua giovane carriera. Grazie a questo risultato è approdato nei primi 50 giocatori del mondo per la prima volta in carriera, raggiungendo il best ranking di n. 46.

Photo by si.robi

Ultimo risultato in ordine di tempo la sconfitta subita da Querrey al primo turno del Masters 1000 di Indian Wells, dove Djokovic e Federer si contendono il ruolo di favorito dei pronostici. Ma il tennista romano è già pronto per il secondo 1000: quello di Miami. Un appuntamento importante per capire lo stato dei progressi fatti sul cemento prima di affrontare la tanto amata terra rossa e i tornei di Montecarlo, Madrid e Roma.

Prosegue dunque senza sosta il percorso di crescita di uno degli atleti rivelazione della stagione 2018. Che quella passata sarebbe stata una grande annata per Berrettini si era già capito lo scorso 2 gennaio, giorno in cui il capitolino ottenne il suo primo successo nel tabellone principale di un torneo Atp battendo il veterano Troicki a Doha. Fu quella vittoria a dare la consapevolezza a Matteo di poter competere con i migliori. Nelle settimane successive arrivarono anche la semifinale di Cherbourg e il successo nel Challenger di Bergamo.

La vera svolta arriva però con gli Internazionali d'Italia di Roma. Qui Berrettini supera alla grande Tiafoe e si guadagna la possibilità affrontare il tedesco Zverev sul centrale: sarà solo un infortunio alla caviglia a impedirgli di lottare alla pari con uno dei più grandi talenti del tennis mondiale. Dopo un periodo di riposo precauzionale, Matteo è pronto per il Roland Garros. Sulla terra di Parigi, arriva il primo passaggio del turno in uno slam (sconfitto Otte). Risultato bissato nella partita successiva contro Gulbis.  Solamente un ottimo Dominic Thiem, poi finalista del torneo, ferma la corsa l'azzurro in quattro tiratissimi parziali.

Poche settimane dopo arriva anche l'esordio sull'erba, superficie fino a quel momento sconosciuta. Presa confidenza nei tornei di Halle ed Eastbourne, il romano si presenta per la prima volta a Wimbledon con il botto: nel primo turno riesce a recuperare due set all'americano Sock, numero 18 del ranking, e a batterlo in 5 parziali, guadagnandosi la possibilità di affrontare al secondo turno Simon.

Sconfitto dal francese, Matteo è pronto a tornare sull'amata terra rossa. Qui ottiene il primo successo nel circuito maggiore: nell’Atp di Gstaad il romano domina per tutto il torneo e conquista il  titolo senza perdere alcun set. È il sesto atleta azzurro più giovane di sempre a vincere in un appuntamento Atp.

Dove potrà arrivare Matteo Berrettini sarà solo il tempo a dirlo. Quello che lascia ben sperare per il futuro sono i progressi visti in questi primi mesi del 2019. Abbandonato quasi definitivamente il circuito dei challenger, il romano deve vedersela ogni settimana con i più forti al mondo. Un impegno estremamente impegnativo a cui sta rispondendo bene e con una continuità di risultati apprezzabile. Vanno ancora limati alcuni limiti tecnici (la costanza del rovescio e la capacità di “leggere” i momenti del match) ma la strada intrapresa sembra quella giusta.

Redazione

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