Una maxi truffa milionaria per vari milioni di euro al Sistema sanitario nazionale, per centinaia di trattamenti sanitari. I pm della Procura di Roma contestano i reati di concorso in truffa e falso nei confronti di dieci persone, tra i quali anche Antonio Mastrapasqua, direttore generale dell'ospedale Israelitico oltre che ex presidente dell'Inps. Gli altri soggetti indagati sono 7 dipendenti del nosocomio, compresi il direttore sanitario Luigi Antonio Spinelli e il vice direttore amministrativo Tiziana D'Agostino, e due funzionari della Regione Lazio.
L'indagine è lo sviluppo dell'inchiesta che coinvolse nel gennaio scorso l'ex presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, nella sua veste di direttore generale dell'ospedale Israelitico. I pm Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia sostengono che gli indagati "avrebbero attestato falsamente, nella documentazione trasmessa agli uffici della Regione Lazio competenti al pagamento delle prestazioni sanitarie in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, interventi sanitari". In particolare, nel mirino degli inquirenti sono finiti i rimborsi dei quali ha usufruito l'Ospedale Israelitico per quanto riguarda il reparto di ortopedia, nella fattispecie gli interventi all'alluce valgo, e le prestazioni di assistenza domiciliare integrata e di assistenza domiciliare oncologica. Per l'attività di ortopedia – si apprende dall'agenzia ANSA – sono "stati inseriti a rimborso come prestazioni di ricovero", in realtà effettuate "in regime di day hospital o day surgery, remunerato con 4.629 euro anzichè con 2.759 euro e altresì interventi sanitari che avevano riguardato biopsie trans perineali erano stati inseriti a rimborso come prestazioni di ricovero e remunerati rispettivamente 1.459 euro e 1.331 euro invece di 238 euro e 151". Inoltre gli inquirenti sostengono che gli indagati "avendo appreso in anticipo dell'ispezione svolta da personale dell'Asl Rmd, alteravano lo stato dei luoghi, la destinazione degli ambienti dell'ospedale e delle attività sanitarie svolte, in modo tale da indurre in errore il personale ispettivo".
Già nel 2009 la Asl Roma D effettuò un controllo nell'Ospedale Israelitico dal quale emersero fatture per semplici interventi odontoiatrici per i quali venivano richiesti alla Regione rimborsi onerosi da intervento con ricovero. Ulteriori approfondimenti certificarono che dal 2006 al 2009 furono inoltrate alla Regione Lazio richieste di rimborsi per "interventi fantasma" da parte dell'Ospedale Israelitico pari al 94% delle cartelle cliniche. La Regione Lazio, all'epoca già governata da Nicola Zingaretti decise, dunque, di sospendere il pagamento di 15,5 milioni di euro in fatture all'Ospedale Israelitico, e congelò i due protocolli d'intesa che la vecchia amministrazione stipulò con la struttura sanitaria nel 2011 e nel 2012.
Su questa vicenda si è pronunciato il Codacons: "Se saranno confermati gli illeciti contestati dalla Procura – ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi chiederemo un mega risarcimento danni in favore degli utenti della sanità pubblica. Il settore sanitario, infatti risulta tra i più colpiti dai tagli di spesa decisi a livello nazionale e regionale, che hanno avuto ripercussioni negative sui servizi resi all'utenza. Per tale motivo una truffa al Ssn, se confermata, configurerebbe un enorme danno economico e morale per i cittadini, perché ha sottratto soldi pubblici destinati alla collettività, e la costituzione di parte offesa del Codacons mirerà proprio a far ottenere agli utenti il giusto risarcimento".
Nel pomeriggio è giunto anche il commento della Regione Lazio: "Nella perquisizione presso gli uffici regionali della sanità- si legge in un comunicato – questa mattina i Carabinieri del Nas hanno acquisito materiali su filoni d’indagine già noti rispetto alla presunta truffa ai danni del servizio sanitario regionale da parte di operatori e responsabili dell’Ospedale Israelitico. I fatti relativi alle fatturazioni al centro dell’inchiesta risalgono al periodo 2006/2009. Nel 2011 e nel 2012 con due diversi decreti la precedente amministrazione ratificò accordi che consentivano la liquidazione, al momento bloccata, delle prestazioni erogate. Nel 2014 con il decreto 128 l’attuale amministrazione in autotutela ha annullato i due provvedimenti ricalcolando l’entità delle prestazioni erogate dal 2006 al 2009 e risultate dalle verifiche non congrue per 17 milioni di euro. Gli uffici regionali sono a disposizione della Forze dell’Ordine per facilitare il loro lavoro e quello della Magistratura
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