Meloni attacca le proteste nei musei di “Ultima Generazione”, la risposta dei giovani attivisti
“Il nostro non è vandalismo, siamo cittadini che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta”
Dopo l’azione a Palazzo Bonaparte a Roma, gli attivisti di Ultima Generazione rispondono alle dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che su Facebook ha attaccato le forme di protesta non violente del gruppo ambientalista.
“Apprendiamo da Facebook che la Presidente Giorgia Meloni sia fortemente indignata per un vetro sporco in un museo e non per gli effetti del collasso climatico, drammaticamente reali nel Paese – hanno dichiarato gli attivisti di Ultima Generazione – Il nostro non è vandalismo, ma il grido di allarme di cittadini disperati che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta e, con esso, della propria vita.
Le azioni di non violenza sono il risultato dei passi indietro che ogni giorno il nostro Paese fa sul fronte climatico. L’ultimo, in ordine di tempo, l’approvazione del decreto Sblocca trivelle, che ci condanna alla proliferazione di trivelle nell’Adriatico o, come la stessa Meloni ha dichiarato, alla ‘possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, ampliando le concessioni in essere e liberandone di nuove'”.
Lo ha spiegato bene – proseguono nella nota- – il climatologo Luca Mercalli nel corso di un’intervista rilasciata a Fanpage “Innanzitutto toglierei a questi contestatori la connotazione di ‘ambientalisti’ perché li separa dal resto della società: sono dei giovani preoccupati per il loro futuro, ne hanno ben donde e non hanno bisogno di ulteriori etichette.
È un po’ come quando vediamo protestare degli operai licenziati da una fabbrica: non diamo loro delle etichette, non li chiamiamo ‘comunisti’, sono solo cittadini preoccupati perché non avranno più un lavoro.
Bloccare il Grande Raccordo Anulare è diverso da un blocco dei treni da parte dei ferrovieri? Quando c’è uno sciopero degli autobus o di aerei non vi sono disagi? E quante opere d’arte sono state irrimediabilmente distrutte dalle alluvioni causate dal cambiamento climatico? Gli attivisti le hanno imbrattate? No, perché c’era sempre una lastra di vetro a proteggere i dipinti.
Ecco, i giovani che protestano per il clima hanno ragioni sacrosante. I dati sono allarmanti, le dichiarazioni del segretario generale dell’ONU sono chiare: Guterres parla di ‘azione collettiva o suicidio collettivo‘. Tutte le persone che stanno protestando fanno benissimo a farlo: chiedono un maggior impegno ai loro governi, chiedono la vivibilità del pianeta, per loro e per le future generazioni”, conclude la nota. (Com/Red Dire)