Meloni diplomata all’alberghiero Vespucci, il dirigente: “Inferiori? No, siamo Serie A”
L’intellettuale radical chic Fulvio Abbate: “Giorgia va difesa. La fantasia non appartiene solo a chi frequenta il liceo classico”
Anno del signore 2022. Una convenzione temporale non sempre accompagnata da considerazioni culturali da terzo millennio. Come quella, spuntata fuori recentemente, secondo la quale (ancora!?!), vi siano determinati percorsi scolastici ritenuti di un livello inferiore rispetto ad altri.
La polemica, sterile indubbiamente, nasce in virtù di un recente commento da parte di un lettore della testata “Dagospia“, secondo il quale vi sarebbe una certa incongruità nel curriculum del Premier, Giorgia Meloni. L’accusa mossa dal lettore parte dal fatto che “Su ogni bibliografia di Giorgia Meloni” dice lo stesso lettore “c’è scritto che come titolo di studio ha la maturità di liceo linguistico, ma in realtà si è diplomata all’istituto professionale alberghiero Amerigo Vespucci di Roma. Non sarà che la Meloni, si vergogni che a differenza degli ultimi Presidenti del Consiglio non ha studiato al liceo e ha un diploma di istituto professionale alberghiero?”.
Per scansare (laddove si sentisse ancora la necessità) qualsivoglia dubbio a riguardo abbiamo intervistato il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi dell’Istituto Alberghiero Statale, Amerigo Vespucci di Roma.
“Sono stufo di questo” ci dice Gianluigi Alessio, Dsga della scuola – “Quando un ragazzo esce da questa scuola è un professionista. Ci sono degli studi alle spalle. Sono stanco, perché questa concezione poi si riflette anche nella considerazione che hanno sul lavoro. I ragazzi studiano cinque anni in una scuola e non possono essere pagati pochi euro l’ora. Poi qualcuno dice che è difficile trovare personale. Vorrei specificare che non è che non si trovino camerieri, chef e operatori di sala. E’ che le paghe sono troppo basse rispetto alla professionalità”.
“Gli istituti alberghieri sono istituti di Serie A” – ha continuato il Dirigente Alessio – “perché considerando che i tempi sono cambiati e considerando anche le possibilità lavorative che il mondo del lavoro oggi propone, grazie alla risonanza dei programmi televisivi, determinate professioni sono molto richieste. Non è più come una volta, che contavano solo i licei. Il mondo è cambiato, bisogna adeguarsi ai tempi.
Il liceo classico e scientifico ti forma dal punto di vista umanistico, ma è importante il risvolto lavorativo. Molti giovani oggi, nonostante i vari studi, di vario genere, sono comunque a casa, a carico delle famiglie. Quotidianamente viviamo la richiesta di molte aziende che vogliono gli elenchi dei nostri ragazzi.
I nostri progetti Erasmus europei, ci consentono di usufruire di alcuni fondi, per dare la possibilità a dei giovanissimi di implementare il bagaglio di esperienza e formazione, attraverso alcuni gemellaggi con Francia e Polinesia. Continuiamo così a rimanere al passo coi tempi, stimolando crescita e innovazione“.
D’accordo direttore, ma la Meloni si è diplomata o no all’Amerigo Vespucci?
“No, a noi non risulta. Anche altri ce lo hanno chiesto, abbiamo controllato negli archivi e a noi non risulta”.
“Comunque siano andate le cose Giorgia Meloni va difesa” ci dice invece il filosofo e scrittore Fulvio Abbate, “perché non sta scritto da nessuna parte che la fantasia sta solo dalla parte dei ragazzi che hanno frequentato il liceo classico e sanno cos’è l’aoristo. Noi dobbiamo sperare che siano proprio i ragazzi dell’alberghiero o del nautico a donarci delle meravigliose opere cinematografiche.
E non pensare che possa essere unicamente Valeria Bruni Tedeschi a ottenere un riconoscimento pubblico, in nome dell’appartenenza di classe. Io spero che la Meloni difenda questa presunta opacità, esattamente come quando venne fuori la vicenda di Oscar Giannino, quando dissi espressamente a lui di organizzare assai presto la festa di laurea, nonostante non vi fossero né laurea né master universitari.
Tutto questo però in nome della fantasia, per rispondere a questo sentire piccolo borghese, secondo il quale il liceo classico abbia più valore dell’alberghiero, del professionale o del nautico. Noi abbiamo l’obbligo di apprezzare i sogni di questi ragazzi. Da loro verranno grandi capolavori. Questo nulla toglie al mio dissenso antifascista nei confronti del governo Meloni“.
“E’ un vecchio riflesso crociano” – continua Abbate – “che incarna l’idea della superiorità della cultura umanistica. Ancor prima di Croce lo si ritrovava nel libro Cuore. Il muratorino da una parte, Franti, e dall’altra Nobis e Garrone. E’ il racconto della lotta e del disprezzo di classe. Da cui nasce il socialismo, che ha voluto dare dignità al lavoro”.