La Commissione europea interviene contro la povertà e l’esclusione sociale con una raccomandazione agli Stati Ue affinché usino al meglio lo strumento del reddito minimo. E sull’ipotesi di abolire il reddito di cittadinanza italiano incluso nel programma di FdI invita a riflettere bene prima di intervenire.
Un reddito minimo è oggi previsto in tutti gli Stati dell’Ue, sia con sostegni integrativi a chi percepisce meno della soglia necessaria per una vita dignitosa, sia con sussidi ai disoccupati. Secondo la Ue, tuttavia, ci sono diverse storture e inefficienze: non lo riceve tra il 30 e il 50% della popolazione che potenzialmente potrebbe percepirlo, e il 20% dei disoccupati è oggi a rischio povertà.
“In un momento in cui molte persone stanno lottando per sbarcare il lunario, sarà importante che questo autunno gli Stati membri modernizzino le loro reti di sicurezza sociale con un approccio di inclusione attiva per aiutare i più bisognosi”, ha segnalato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.
Il commissario Ue al lavoro Nicolas Schmit ha invitato a interrogarsi su che cosa accadrebbe cancellando il sussidio dall’oggi al domani. “Se lo si elimina di punto in bianco facendo in modo che chi non ha accesso al lavoro si trovi in una situazione di povertà e totale privazione nella speranza che si precipitino sul primo lavoro che trovano, credo non funzionerebbe”, ha detto.
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