A quanto pare il caldo di questi giorni ha le ore contate. Qualche altro giro di lancette e freddo e neve interesseranno la nostra penisola. Nonostante un Natale e un Capodanno che hanno fatto registrare temperature di gran lunga al di sopra della media, con un caldo anomalo, fuori dagli standard stagionali l’inverno sembra ormai davvero alle porte.
E’ in arrivo infatti una perturbazione atlantica che dovrebbe modificare e non poco la situazione. Tutto questo dopo la Befana, con l’Italia che nei prossimi giorni sarà investita da un forte ciclone di aria fredda in arrivo dal Canada. Un brusco cambiamento che dovrebbe portare un cospicuo quantitativo di neve sulle Alpi.
Nella giornata di sabato 7 gennaio , prevista neve intorno ai 1400-1500 metri sulle Alpi lombarde, con fenomeni anche abbondanti intorno ai 1000-1300 metri. Sopra i 1500 metri invece, sull’Appennino, previsti per domenica 8 gennaio. Il giorno seguente, invece, lunedì 9 gennaio si prevedono forti fenomeni temporaleschi su tutta la penisola.
Abbiamo intervistato il Colonnello Mario Giuliacci per un rapido punto della situazione.
“Questa fase un po’ fastidiosa di tempo certamente non invernale, direi quasi autunnale, sta per finire” – ha detto Giuliacci – “L’Epifania sarà l’ultimo giorno in cui le temperature saranno di gran lunga superiori alla media. Parliamo di 5-6 gradi sopra la media. Dopo l’Epifania le temperature cominceranno a scendere. Intorno al 20 di gennaio saranno allineate intorno a valori più pertinenti con il periodo dell’anno. Ci saranno tre ondate di freddo. La prima, tra il 7 e il 10 di gennaio, con temperature che scendono ovunque. Una seconda tra il 12 e il 14 gennaio, ma soprattutto dopo il 20 gennaio ci aspettiamo un’ondata di freddo notevole. E’ una questione che interessa a molti, soprattutto in virtù di possibili nevicate, a molti tour operator e appassionati della stagione sciistica“.
Come possiamo spiegarci le ondate di caldo degli scorsi giorni?
“Tutte le stagioni ormai sono aumentate di 2-3 gradi. In una media statistica, abbiamo visto anche durante l’estate che ormai si raggiungono 35-36 gradi. E’ una cosa che deve preoccupa, perché tutto questo è legato all’aumento dei gas serra, che seguiteranno ad aumentare. Nel 2022 abbiamo senz’altro consumato più petrolio rispetto al 2021. E tutto ciò andrà avanti per altri vent’anni, perché siamo lenti nel tirar fuori l’energia rinnovabile. Il peggio deve ancora venire, soprattutto nel Mediterraneo, Italia compresa, dove le temperature sono aumentate di più rispetto ad altre zone. Se in alcune zone del globo la temperatura aumenta di 1 grado, nel Mediterraneo aumenta di 6 gradi. Al circolo Polare, di 8 gradi”.
Come può spiegare invece quello strano fenomeno nebuloso di questi giorni, che ha caratterizzato molte zone d’Italia, anche a bassa quota?
“Ovviamente in molte zone ha prevalso il sereno. Con l’umidità dovuta al riscaldamento diurno, l’aria è maggiormente calda. E ciò consente una maggiore capacità di contenere vapore. Se la temperatura è di 10 gradi, al massimo può mantenere 7 grammi di vapore per metro cubo. Ma se ci sono 20 gradi, di conseguenza ne contiene 14 di grammi di vapore per metro cubo. Basta un modesto raffreddamento notturno per far sì che condensi in nebbia“.
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