I meteorologi preannunciano un’estate torrida e siccitosa, bollente e arida come solo la Capitale in piena bella stagione può mostrare. I sindaci del Lazio, però, complice anche il disastro avvenuto in Emilia-Romagna, sembrano levare un grido d’allarme per scongiurare una tale tragedia anche nel territorio laziale. Il nesso tra caldo torrido ed eventi climatici avversi, infatti, non è affatto una leggenda.
Ciò che i meteorologi riportano, e con essi anche i siti di informazione climatica come ilmeteo.it, i mesi di giugno e luglio saranno torridi e siccitosi come quelli dello scorso anno, se non di più. Infatti, le previsioni da qui a due mesi, attestano le temperature ben oltre la media fino a toccare +1,5/2 gradi.
Collegata a questa previsione di caldo afoso c’è anche quella, preoccupante e diametralmente opposta, di eventi climatici estremi come alluvioni e piogge torrenziali. L’arsura del terreno, dopo settimane di caldo afoso, rende difatti impossibile il filtraggio dell’acqua con cause che, come accaduto in Emilia-Romagna, possono rivelarsi disastrose. E poi ancora frane, smottamenti, crolli di suolo: il timore degli amministratori locali è che la regione possa vivere qualcosa di simile.
Secondo quanto riporta l’Ispra il Lazio, insieme a Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Campania e Sicilia, è infatti una delle regioni con il più alto numero di abitanti a rischio frane che vivono in aree a pericolosità elevata e molto elevata. Sono circa 89mila e la situazione non appare più virtuosa per quanto riguarda il rischio idraulico.
La totalità delle persone che vivono a rischio nel Lazio sono oltre 850mila e di queste, circa 720mila, abitano in provincia di Roma. Secondo Massimo Gargano – Dg dell’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue – Roma risulta essere la Capitale europea più a rischio per quanto riguarda la tenuta idrogeologica. Inoltre, secondo quanto raccolto dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente, nel 2022 il Lazio è stato la terza regione per eventi estremi legati al cambiamento climatico. Roma, in questa negativa classifica, si evidenzia come una tra le città italiane più offese: 66 eventi dal 2010 al 2022.
Se questo è lo scenario, la richiesta da parte degli amministratori locali del Lazio appare più che comprensibile. I sindaci invocano interventi affinché venga drasticamente ridotta e ridimensionata l’esposizione al rischio idrogeologico della regione.
A fare da megafono alla richiesta dei primi cittadini della regione ci ha pensato la consigliera regionale del PD Eleonora Mattia: “Il presidente Rocca si deve attivare presso il governo per valutare una modifica legislativa che consenta di applicare l’Iva agevolata al 10%, in luogo di quella ordinaria al 22%, agli interventi di difesa del suolo e di mitigazione del rischio idrogeologico”.
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