Circa un anno fa la ragazza aveva iniziato una frequentazione con il 16enne di origine est europea. La relazione ha luogo tra Ostia e Roma. Dopo pochi mesi, la 13enne rimane incinta. La famiglia contraria alla gravidanza e al ragazzo prende la decisione di farla abortire. Il 16enne, volendo tenere a tutti i costi il bambino, cerca di convincere anche la ragazza.
Da questo momento però il suo atteggiamento cambia. Secondo la 14enne, il ragazzo era diventato sempre più violento nei suoi confronti, essendo contrario, ma spinta dalla famiglia abortisce. La separazione tra i due dura poco, dopo pochi mesi si rimettono insieme e la 14enne rimane nuovamente incinta.
A questo punto il ragazzo inizia a minacciarla chiedendole di non abortire. Le vessazioni continuano e comincia anche a perseguitarla diventando uno stalker. Dalle parole poi è passato ai fatti. La 14enne ha riportato di essere stata picchiata numerose volte. Nella dichiarazione fatta ai genitori, i quali la convincono a presentare una denuncia, la ragazza riporta: “Prima le percosse, poi mi ha spento delle sigarette addosso. Mi ha anche segregata e violentata”,
Infine, racconta che il ragazzo l’ha ripresa molte volte, contro la sua volontà, durante gli atti sessuali. “Sono stata costretta”, dichiara.
Lo scorso 14 agosto il 17enne è stato arrestato dai Carabinieri. Il giorno seguente è stato scortato in un’aula di tribunale per difendersi contro le accuse della fidanzata. Lì ognuno ha riportato la propria verità.
L’avvocato Pascucci dichiara: “Durante l’interrogatorio sono emersi i primi dubbi. Infatti, è stato appurato che la ragazza è in possesso delle password del fidanzato. Questo potrebbe far ipotizzare che molte minacce e molte forme di stalking potrebbero essere in realtà state create proprio dalla ragazzina per incolpare il ragazzo. Su questo stiamo facendo le indagini. Grazie al nostro perito informatico, sono riuscito a ottenere un file che mostra una serie di messaggi in cui la ragazza minaccia la madre utilizzando l’account del ragazzo, dandole addirittura del lei. È quindi entrata nel profilo del ragazzo per inviare le minacce e si è in parte costruita questa situazione accusatoria”.
Al contrario le violenze invece restano tutte filmate. Ma i ragazzi si riprendevano spesso con il cellulare, creando video che giravano nelle diverse chat di amici, ai quali inviavano spesso video delle loro discussioni.
L’avvocato, inoltre, precisa: “Le denunce che la ragazza ha presentato per percosse riportano delle date durante le quali il 17enne era a Udine dal fratello, quindi sorgono dei dubbi anche su questa ricostruzione. Sicuramente i genitori non vogliono questo rapporto e stanno cercando di convincere la figlia a interromperlo. Ma non credo che sia questo il modo giusto per farlo. Il ragazzo, attualmente rinchiuso in una casa educativa, rischia dagli 8 ai 10 anni di reclusione. Una pena gravissima per un reato che quasi sicuramente non ha commesso”.
Attualmente la ragazza è ancora incinta, incerta sulla decisione da prendere. Il legale Pascucci spiega: “La situazione è complicata, occorre stabilire la verità e per questo bisogna analizzare esattamente ogni singolo messaggio, ogni telefonata, ogni aspetto della vicenda e dei protagonisti. Compresi quelli secondari, come i genitori di lei, che una volta sono andati a picchiare la mamma di lui. Si tratta in ogni caso di una tragedia familiare molto delicata. La speranza è quella di ricostruire la verità”.
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