Sembra che le conoscenze acquisite nel corso dei decenni di salvataggio e lavoro sanitario da parte di Msf, Sos Mediterranee Sea Watch, Geo Barents, Ocean Viking, non abbiano contribuito a fermare le migrazioni. Vengono chiamate attività salvavita e contro la disumanità. Nel tempo del traghettamento, gli operatori hanno la possibilità di dialogare e ascoltare le storie di ogni naufrago.
E così si ritrovano ad aver salvato persone spesso indifese. Bambini che hanno visto l’inferno, donne e uomini violentati, torturati, stuprati e derubati. Quando va bene questi poveri esseri umani possono raccontarlo. Le brutture e sofferenze, talvolta atroci, subite nel loro viaggio prima di giungere in Italia, sono minori di quelle che subivano o che rischiavano di subire nei loro Paesi prima di fuggire in cerca di una vita migliore?
Ecco il punto: gli operatori umanitari, per evitare che altri esseri umani subiscano le stesse violenze e torture dovrebbero provare a convincere, le persone soccorse a chiamare i loro familiari, i loro amici, nei rispettivi paesi di origine, e spiegare loro i motivi per cui desistere da certi viaggi della speranza. Mentre invece non sono pochi coloro che arrivati in quel modo in Europa, spingono amici e familiari a partire clandestinamente, in spregio alle torture e alle violenze che spesso essi stessi hanno subito.
Vi è stato veramente un mancato soccorso da parte dell’Italia? In primis la responsabilità va data ai rappresentanti dei governi di appartenenza delle povere vittime. Sia per le guerre, spesso intestine, sia per le violenze e le atrocità di certi regimi contro i propri concittadini. In secondo luogo delle persone che hanno scelto di diventare clandestini, quindi illegali, e affidarsi ai trafficanti di esseri umani senza scrupoli, invece di adottare le strade legali e magari lottare per i diritti all’interno della propria nazione.
Poi c’è la responsabilità è degli scafisti, collusi con coloro che dovrebbero fermarli e arrestarli prima di lasciargli il tempo di commettere i reati legati alle partenze di clandestini. Naturalmente, con furbizia, cercano sempre di imbarcare – come lasciapassare – donne e bambini, per commuovere gli animi dei soccorritori. Infine la responsabilità è di quelle nazioni che permettono alle barche e ai barconi di salpare e lasciare le coste senza nessun controllo e senza effettuare soccorsi umanitari alle persone che fuggono, trattenendoli nei loro territori.
E la responsabilità dell’Italia e degli italiani verso i migranti qual è? Perché l’Italia deve essere considerata responsabile della tragedia di Crotone, e anche di tante altre che sono accadute e che speriamo non accadranno più in futuro? In che modo, con gli strumenti attuali, a dire di molti, poteva essere evitata?
La responsabilità maggiore è sempre da ricercare in chi provoca la tragedia. L’Italia, in qualche modo, sembra essere troppo permissivista e senza idee e soluzioni. Anche perché nessuno dei nostri politici ha saputo farsi valere, anche nelle sedi O.N.U., chiedendo-previa uscita dell’Italia dall’organizzazione internazionale- l’applicazione di penali e di interventi duri e comuni contro quelle nazioni che creano e costringono a queste migrazioni.
Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi ha lanciato alle popolazioni dei prossimi migrante il messaggio: “Non partite, veniamo noi a prendervi”. Perché dobbiamo andarli a prendere noi? E poi, chi andiamo a prendere se tutti gli Stati liberi non fanno nulla contro gli Stati disumani? Quale il valore aggiunto, al di fuori della umanità, di queste persone? Qui occorre responsabilizzare ogni nazione, insieme a tutti i migranti che, chi viene accolto umanitariamente dovrà tornare, nel giro di qualche anno, nella sua patria di origine. Responsabilizzare i governi disumani chiedendo loro come indennizzo sia le spese che i costi sostenuti per l’accoglienza e i soccorsi.
Perché non è stato aperto dalle Procure Italiane, un fascicolo contro i governanti degli Stati di appartenenza dei profughi sbarcati clandestinamente? Frontex, finanziata dell’U.E. con cinque miliardi l’anno per sorvegliare le frontiere del mare e delle terre dell’Europa con navi, aerei etc., quante attività criminali ha sventato in tema di sconfinamento?
Nella vicenda di Crotone, ha informato il governo turco del barcone clandestino che era partito da Smirne per bloccarlo immediatamente? E perché, sembra, dopo aver seguito passo passo l’operazione degli scafisti, ha segnalato la loro presenza solo nelle vicinanze dei porti italiani e non in quelli greci, ciprioti, maltesi?
La morte tragica di esseri umani, massacrati dalle incurie dei loro governanti e dall’assenteismo delle nazioni che si dicono democratiche, lascia in ognuno di noi dolore, sconforto e lacrime. Le stesse che dovrebbero provare i governanti dei Paesi da dove i poveretti di questa ultima strage erano fuggiti. L’Iran, l’Afghanistan, il Pakistan, quei governanti e nazioni che, invece, non vengono neppure sfiorati dalle rimostranze dell’Europa e dell’Italia.
Roberto Spaziani
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