Migranti: Gere e Rubio salgono sulla Open Arms ma Salvini sale nei consensi
Il vicepremier non ha neanche bisogno di fare campagna elettorale, ci pensano i suoi detrattori a spianargli la strada verso il trionfo
Povero Chef Rubio, continua a non andargliene una dritta. E sì che ormai dovrebbe esserci abituato, considerando che è più famoso (si fa per dire) per i lucidi e argomentati ragionamenti via social che per l’abilità culinaria.
Stavolta però è stato particolarmente sfortunato. Gli era riuscito un bel colpo quando aveva persuaso Richard Gere a salire a bordo della Open Arms, nave dell’omonima Ong spagnola che da nove giorni vagava per il Mediterraneo con 121 migranti e che, non contenta, ha pensato bene di caricarne altri 39. Era finalmente riuscito a guadagnarsi un po’ di attenzione, Chef Rubio, anche grazie all’inattesa presenza di giornalisti e telecamere (però, questi cronisti, chissà come riescono a sapere sempre tutto…). E quel furbacchione di Matteo Salvini che ha fatto? Gli è andato a rovinare i piani facendo cadere il Governo.
Son mica cose che si fanno, signor Ministro? C’è lì «un autentico fenomeno televisivo», come l’ex rugbista si autodefinisce sul suo sito web (e chi siamo noi per storcere il naso davanti a un’autodefinizione?), e Lei lo va a derubare del suo tanto sospirato quarto d’ora di celebrità? Viene quasi da pensare che forse hanno ragione quelli che La accusano di essere cattivo con chi, in fondo, non fa che violare tutte le leggi del mare e dello Stato italiano sapendo di avere le spalle coperte da magnati straricchi e giudici che tendono a interpretare le normative, anziché applicarle.
La responsabile della missione, Ani Montes Mier, in qualche modo ha anche ammesso di essere una trafficante: vuole forse che la magistratura non tenga conto di cotanta sincerità? Suvvia, una ramanzina, un bel buffetto, il plauso dei competenti e via, di nuovo a solcare le onde alla ricerca di qualche disperato da sequestrare – pardon, salvare – per giorni sul suo taxi a vela nell’attesa spasmodica di un porto sicuro. Che naturalmente dovrà scegliere lei, perché com’è noto ci sono porti sicuri più sicuri di altri, e pazienza se lo Stato di cui il natante batte bandiera sarebbe pure lì a due passi, certamente bendisposto e pronto ad accogliere tante risorse a braccia aperte – tenendo così fede al nome dell'imbarcazione, che poi chissà perché è inglese se l’Ong è iberica. Sì, vabbè, ci sarà qualche schiavista moderno che ci guadagnerà qualcosa, ma pure loro terranno famiglia.
Non le pare, onorevole Vicepresidente del Consiglio? Allora forza, non si faccia pregare, si unisca agli applausi per l’ufficiale e gentiluomo – così in un colpo solo i battimani raddoppieranno. Inneggi anche Lei all'attore che ha distribuito sullo scafo viveri e beni di prima necessità, ché magari la prossima volta ci capitano Leonardo Di Caprio e Angelina Jolie, e forse elargiranno anche le prelibatezze di Chef Rubio – che stavolta non aveva fatto in tempo a preparare un menù stellato, ma la prossima volta…
Che poi sicuramente daranno anche il buon esempio, queste star, e senza dubbio si porteranno a casa loro tutti questi poveri bisognosi. Hanno spazio, hanno i soldi, e si sono pure fatti toccare il cuore! Vedrà che non faranno come i radical chic che sono tanto solidali mentre sbirciano i loro Rolex sonnecchiando sulle spiagge di Capalbio. Sono acuti e intelligenti, loro: per questo Lei, senatore, ha sempre più chance di arrivare al 60%!
* Foto Agenzia Dire