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Milano e Cortina: il trionfo Olimpico e i paraocchi del M5S

Su Facebook sta girando una battuta: per battere la Svezia nella corsa alle Olimpiadi 2026 è bastato escludere dal comitato organizzatore Gian Piero Ventura. Facezie a parte, la vittoria della candidatura congiunta di Milano e Cortina è stata un trionfo del sistema Paese che, come confermato da vari studi e analisi, porterà grandi benefici all’economia italiana, sia in termini di Pil che di posti di lavoro: per dire, si stima che il ritorno dell’investimento sarà pari al doppio, e forse anche al triplo della cifra stanziata. Non solo, insomma, una questione di prestigio, ma anche di impatto sui disastrati conti pubblici del Belpaese, i cui frutti si ritiene inizieranno a farsi sentire già dal prossimo anno e si protrarranno per circa una decade. Gli unici a non averlo capito sono stati, come sempre, i grillini.

A partire dal loro house organ ufficioso che, dal momento stesso dell’assegnazione dei Giochi, ha sviluppato un impulso pavloviano a denunciare preventivamente gli “inevitabili” sprechi. Il che, se anche fosse vero, non costituirebbe in ogni caso un buon motivo per rinunciare a un’occasione di rilancio del Paese: parafrasando Renzi, si dovrebbero bloccare gli sprechi, non certo lo sviluppo.

Ça va sans dire, questa posizione nichilista è stata immancabilmente sposata e rilanciata – in salsa complottarda – da Giggino Di Maio, il quale dal Blog delle Stelle ha blaterato a proposito di un fantomatico “partito del cemento” di cui il M5S sarebbe il principale nemico. Un “partito” che, se anche esistesse, godrebbe probabilmente di parecchie simpatie, come hanno ininterrottamente dimostrato tutte le tornate elettorali dell’ultimo anno. Basti pensare al caso del Piemonte, dove un mese fa i candidati favorevoli alla Tav sono stati votati complessivamente da oltre l’85% degli elettori. Dal momento che perseverare è diabolico, è evidente che i pentastellati non riescano proprio a fare a meno dei loro paraocchi ideologici. U-Di Maio, minor cessat.

Forse, dopotutto, la vox populi emessa dai social network ha sopravvalutato il ruolo dell’ex C.t. della Nazionale di calcio. Per vincere i Cinque cerchi era sufficiente estromettere i Cinque Stelle.

Mirko Ciminiello

È nato a Rimini nel 1985 e vive a Roma, dove si è laureato in Chimica (triennale) e Chimica Organica e Biomolecolare (specialistica) a "La Sapienza", in Scienze della Comunicazione (triennale) e Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione (magistrale) a "Roma Tre". Giornalista, attore per hobby, collabora con l'associazione "Pro Vita e Famiglia" ed è autore di 9 libri, di cui due in inglese.

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