“Mimesi Inversa” personale dell’artista Silvana Crescini
La mostra è il primo appuntamento dedicato alla Creatività voluto dai titolari dello Studio Legale Verile
Aspra e tenera. Gentile e ruvida. Natura da cui si è assolutamente indipendenti, ma senza la quale non vi sarebbe il punto di partenza. Mimesi Inversa è il titolo della personale dell’artista Silvana Crescini, che inaugura Venerdì 16 Dicembre 2016 dalle ore 17.30 alle ore 20.30 presso l’elegante sede romana dello Studio Legale Verile di Via Liberiana 17.
Una ventina di opere pittoriche su tela e carta di tecnica mista, raffiguranti fiori e ortaggi di grandi dimensioni, ma, anche, pietre modellate prima dalla Natura, poi dall’Artista con fattezze antropomorfe. La mostra è il primo appuntamento dedicato alla Creatività voluto dai titolari dello Studio Legale Verile per sostenere gli artisti e sottolineare il forte legame esistente tra opere d’arte, diritto ed economia.
Lo Studio Verile, che ha sedi anche a Bari e Foggia apre le porte al pubblico con un “progetto culturale”, spiegano gli avvocati Fabio Verile e Lucrezia Vaccarella, “che si articola in un calendario di iniziative per mettere in evidenza l’assonanza dell’arte con il diritto. Come le opere dell’artista Silvana Crescini trasfigurano la Natura, così il diritto rappresenta la realtà, e, poi, la trasfigura.
Paludato di apparente rigidità il diritto è un magma fluido capace di cimentarsi e fondersi con ogni forma d’Arte. Il lavoro del legale comporta la conoscenza profonda del lavoro dell’artista e la realtà in cui opera”. Si tratta di un progetto che vuole allargare i confini e creare sinergie tra il mondo dei professionisti del diritto e quello degli artisti, sperimentare nuove modalità che possano offrire benefici di entrambi.
Silvana Crescini, ama la Natura che rappresenta. Usa pigmenti, terre naturali e diluenti per dipingere quegli elementi vegetali che sceglie di indagare. Che siano rose, o foglie, o verdure accartocciate, le sue sono forme accoglienti, che si aprono, si sviluppano e si trasformano, offrendosi allo sguardo.
La critica ha evidenziato nelle sue opere pittoriche la presenza di una persistente aura della materia affrescata. “Ammetto” osserva l’artista “che, pur nella piena adesione ai ritmi inquieti del mio tempo, nel mio lavoro perduri l’eco di una tecnica antica. Al punto cruciale di un personale percorso artistico, ho scoperto la nuova attrattiva materica che avrebbe avuto interessanti implicazioni sperimentali. Infatti, nell’estate del 2000, su una piccola spiaggia rocciosa dell’Istria, ho cominciato a vedere, raccogliere e scolpire, quelle che sarebbero diventate le mie pietre.
Iniziava così un lavoro semplice e duro, una fatica antica e primigenia, che ho sentito congeniale per la sua estraneità a mode e manierismi. In questo senso il “levare”, insito nell’ideale neoplatonico michelangiolesco, è divenuto una sorta di obiettivo morale: togliere le sovrastrutture, le artificiosità, le ricercatezze, affinché le pietre, pur manifestando i rudimenti dell’immagine, restassero comunque pietre assolute”. Numerose le mostre personali e collettive realizzate dal 1976 ad oggi.
Nel 1990 Crescini ha fondato un Atelier di pittura nell’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere (MN), il laboratorio che ha condotto, per oltre vent’anni, per i malati-reclusi della struttura, un’importante esperienza artistica ed umana, che ha fortemente contribuito allo sviluppo della sua personale ricerca creativa.