Minori. Arriva la scheda per individuarne la vulnerabilità
Una scheda che individui nei bambini 0 – 24 mesi, gli indicatori di vulnerabilità senza definirne necessariamente la patologia
Una scheda che individui nei bambini gli indicatori di vulnerabilità senza definirne necessariamente la patologia. È il modello di rilevazione 0-24 mesi presentato oggi a Roma, nel corso del XVI convegno nazionale dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) su ‘Il processo diagnostico nell’infanzia, elaborato dall’IdO insieme a Emanuele Trapolino, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale Giovanni Di Cristina (Arnas) di Palermo, e Davide Trapolino, specializzando in neuropsichiatria infantile. Le aree indagate dal modello sono: sviluppo psico-motorio, competenze autoregolatorie del bambino, competenze eteroregolatorie del caregiver e reciprocità nella vicenda interattiva. “Abbiamo l'esigenza di individuare degli indicatori della relazione fisiologica madre-bambino in grado di predirne la normalità o anormalità. Il principio- spiega Emanuele Trapolino- è quello di stabilire alcuni criteri su cui si organizza la prima regolazione del bambino con il suo caregiver, le modalità di interazione primaria, i modelli che regolano l'intersoggettività primaria e secondaria e, infine, stabilire i parametri comunicativi che in quella coppia segnano il passaggio – poi a livello sempre più integrato – di scambio e interazione reciproca”. In ultimo, conclude il medico, “individuare la giusta gestazione emotiva”.
Lo strumento è nato dal lavoro sinergico tra neuropsichiatri infantili e psicologi dello sviluppo e “può essere condiviso con operatori differenti: da colleghi a pediatri, da insegnanti a operatori di nidi e alle tante altre figure che ruotano attorno al bambino”, aggiunge Elena Vanadia, neuropsichiatra infantile dell’IdO. Dal punto di vista tecnico la scheda è suddivisa in quattro fasce di età: 0-6 mesi; 7-12; 13-18 e 19-24. “Per ciascuna domanda ci sono tre risposte-precisa la neuropsichiatra dell’IdO- da cui si ricava un punteggio che tende a quantificare le entità dei segni presentati dal bambino. È un indicatore di vulnerabilità- sottolinea- a cui segue un'analisi qualitativa, necessaria per i suggerimenti, o comunque per le modalità di abilitazione, laddove servissero da utilizzare rispetto a quel bambino”. Il modello è già in uso è già in uso presso l’IdO e nell’ospedale di Palermo. “Stiamo completando la fase di standardizzazione per ogni fascia d'età, comparando punteggi numerici che indicheranno il grado di vulnerabilità e- conclude Vanadia- stiamo infine ultimando una griglia per le diverse analisi qualitative relative alle differenti aree dello sviluppo”.