Categorie: Politica

Miracolo De Salazar: eletto in 2 municipi

Non ha le idee chiare Francesco De Salazar. O forse sì.
Le ha così chiare che pur di farsi eleggere ha presentato la sua candidatura come Consigliere Municipale in due Municipi diversi: al II Municipio (Parioli-Nomentano) e al XII Municipio (Monteverde-Portuense).
E in due liste diverse. Avversarie. L’una, Fratelli d’Italia, la nuova figlia del centrodestra italiano, con a capo Giorgia Meloni.
L’altra, la lista per Alfio Marchini Sindaco, uomo con una storia familiare di sinistra ma che a queste elezioni ha deciso di giocare al gioco dell’imparzialità, presentandosi da solo.

E mentre Pirandello avrebbe concluso una storia del genere disegnando la sconfitta finale di un Francesco De Salazar qualunque, la realtà supera la fantasia degli scrittori che hanno raccontato le mille facce di noi uomini, e fa vincere il candidato. E per giunta in entrambi i Municipi.

Secondo le dichiarazioni di De Salazar, intervistato dal Corriere della Sera, si è trattato di una “leggerezza”.
“Prima – ha dichiarato al quotidiano il due volte vincitore – ho avuto contatti con la lista di Marchini, poi molti cittadini del II Municipio mi hanno chiesto di candidarmi con Fratelli d’Italia. Ho fatto la campagna solo lì, e solo lì siederò”.
Infine, De Salazar, denuncia il “vuoto normativo” cui è imputabile un errore del genere.

E come dargli torto. Questa storia ci spiega come troppe regole non garantiscono funzionalità ed efficienza, come ci sia bisogno di controllori più attenti, ma soprattutto di elettori informati e consapevoli.

Ma questo non deve far dormire sonni tranquilli al 33enne eletto Consigliere.
Perché se è vero che ad aiutare l’errore hanno concorso molti fattori, è anche vero che De Salazar ha le sue colpe, ben precise.
Perché a 33 anni, ha già 4 storie alle spalle in 4 partiti diversi (Alleanza Nazionale, La Destra, e ora Fratelli d’Italia e lista Marchini).

De Salazar, nel 2008, aveva motivato la sua fuoriuscita da La Destra, il partito di Francesco Storace, perché, a suo dire “quando la nuova formazione mosse i suoi primi passi” sembrava che si stesse delineando un netto distacco da “certi vizi, riscontrati nelle precedenti esperienze politiche”; invece, De Salazar, si era ritrovato “a fare i conti con un preoccupante deficit di democrazia interna, caratteristica tipica di un partito a vocazione Padronale”.

Per carità, cambiare idea è sempre lecito e legittimo.
E se al centro dell’attività politica c’è l’interesse per il bene comune e il soddisfacimento delle istanze dei cittadini (a cui, peraltro, i Municipi sono più vicini), ben venga la voglia di miglioramento.
Ma un’inversione di marcia così repentina, è francamente insopportabile. Soprattutto se riguarda due modi di vedere il mondo così lontani, come quello di Fratelli d’Italia e della Lista Marchini.

E poi, diciamocelo: "quando me ne sono accorto, era troppo tardi" è la scusa degli inetti.
Perché nessuno crede al fatto che De Salazar abbia l'agenda più impegnata di Obama, tanto da dimenticarsi (o non avere il tempo) di comunicare all'una o all'altra lista di aver stretto accordi diversi da quelli originari.

Ma non sorprende che un allievo di Gianfranco Fini subisca in così poco tempo tanti mutamenti di personalità.
Più che bene comune, questa sembra spasmodica ricerca di poltrone.
E chissà quante poltrone serviranno a soddisfare tutte queste personalità differenti.
Tanto a Roma le liste e i partiti, non mancano. De Salazar ha 5 anni per capire con quante liste candidarsi, e studiarsi quali partiti sono più forti nei Municipi della Capitale.

*Foto di Meridiana Notizie

Redazione

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