Modelle in vetrina a Chieti, Fulvio Abbate: “Non è scandalo, è Body Art”
Lo scrittore: “Come due statue viventi in una performance. Se le ragazze erano pagate non ci vedo nulla di male”
Polemica per una trovata di un negozio di intimo a Francavilla, in provincia di Chieti. Due modelle hanno preso il posto di due manichini in vetrina. L’idea era nata per sponsorizzare una nuova linea di lingerie.
Un’idea che ha fatto discutere e non poco. L’iniziativa ha inevitabilmente attirato l’attenzione della clientela, ma anche una serie di proteste di alcuni esercenti limitrofi, che hanno allertato i vigili al fine di denunciare l’accaduto.
La versione del titolare
Il titolare del negozio ha raccontato di essere stato interpellato, per verificare che ci fossero tutte le autorizzazioni per la realizzazione di tutto questo.
Secondo l’interpretazione dei vigili, non c’era stata alcuna violazione di regolamenti. L’esercente ha successivamente dichiarato di essere alla ricerca di un modo differente per sponsorizzare un nuovo prodotto in arrivo in negozio, adducendo come ulteriore dettaglio, quello di aver visto la stessa iniziativa in altri luoghi, per esempio Amesterdam.
Spunti di riflessione
Un risultato che forse mette in risalto un altro punto di vista. Cioè che probabilmente non si è pronti per una tipologia di sponsorizzazione di questo genere. Sarà per un pensiero radicato, per abitudine, clichè o per gli effetti di un politically correct sempre più dominante, ma probabilmente è una modalità di promozione ancora lontana dal nostro grado di comprensione.
Il pensiero di Fulvio Abbate
“Non ci vedo onestamente nulla di male” – ci dice Fulvio Abbate, giornalista, scrittore e filosofo che abbiamo intervistato per un commento sulla vicenda – “Erano in stato vivente, al pari di Gilbert and George, coppia di artisti della Body Art, che si mostrano come statue viventi in una performance. Se loro potevano essere pienamente legittimati, se le ragazze erano opportunamente salariate, non ci vedo nessuno scandalo“.
“L’ho fatto in maniera innocua e con assoluto garbo“, ha dichiarato intanto il titolare del negozio.
E certamente c’è da credergli, dal momento che la trovata, seppur singolare, non ha creato danni alcuni. Soprattutto alle ragazze coinvolte. Inoltre, dalle testimonianze, è peraltro emerso che l’iniziativa ha oltretutto generato un numeroso flusso di clienti all’interno e all’esterno del negozio.
E in tempi di caro energia, in tempi di innumerevoli difficoltà del commercio dovute agli effetti di pandemia e lockdown, è forse più indicato sostenere le attività imprenditoriali.
Anche risparmiando inutili moralismi.