Monte Compatri, meningite alla primaria: attivato il protocollo Asl

“La profilassi è già stata avviata per familiari e contatti stretti”, ha dichiarato l’azienda sanitaria Roma 6

Ingresso ospedale Policlinico Umberto I a Roma

Sono ore di apprensione per la famiglia di un piccolo studente di Monte Compatri. Un caso di meningite è stato segnalato nella scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Paolo Borsellino” a Laghetto. Un bambino di 8 anni, frequentante la terza elementare, è ricoverato da due giorni al Policlinico Umberto Primo di Roma. “I primi sintomi si sono manifestati tra il 27 e il 28 novembre scorso”, spiegano i sanitari. Il piccolo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale, dove è stato subito sottoposto alla terapia adeguata dopo la diagnosi di meningite.

Avviata la profilassi

Sono stati attivati immediatamente i protocolli di sicurezza: “La profilassi è già stata avviata per familiari e contatti stretti”, ha dichiarato l’azienda sanitaria Roma 6. Per prevenzione, il sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri, ha disposto la chiusura del plesso scolastico di via Lago di Scanno, con sanificazione straordinaria a cura di una ditta specializzata. “Si tratta di un provvedimento adottato in via precauzionale”, ha spiegato il sindaco. “Non era obbligatorio procedere in tal senso, ma ho preferito chiudere il plesso per tutelare i nostri alunni e rassicurare i genitori”.

La sospensione dell’attività scolastica, annunciata nell’ordinanza pubblicata ieri, è limitata alla giornata odierna. “Sono vicino alla famiglia del nostro giovane concittadino”, ha aggiunto Ferri, che è in contatto costante con i parenti del bambino.

Si attende per scoprire l’agente eziologico

Intanto, sono in corso gli esami colturali per identificare l’agente eziologico della meningite. È stata eseguita la notifica di malattia infettiva al Dipartimento di Prevenzione, che ha diffuso le prime indicazioni operative. “Le procedure per l’indagine sui contatti stretti sono state attivate immediatamente”, precisano le autorità sanitarie. Per i familiari del piccolo, sono ore di apprensione, ma l’intervento tempestivo lascia ben sperare.