Dopo alcuni mesi senza avvistamenti di cinghiali, nei giorni scorsi a Cassino, provincia di Frosinone, sono stati avvistati ben otto cinghiali in un complesso residenziale. Uno dei residenti si è ritrovato uno di questi animali davanti al proprio cancello, dopo lo spavento iniziale con tanta fatica è riuscito a rientrare nella propria abitazione.
Sempre nei giorni precedenti, nella zona periferica di Cassino, in via Lungofiume Madonna di Loreto, l’arteria che costeggia il Rapido vi hanno avvistato altri cinghiali. Subito sono stati avvisati gli uffici competenti. Si pensa che dopo la fine dell’attività venatoria, in pieno periodo estivo, i cinghiali avanzino e invadano non solo la campagna di Cassino ma che arrivino al centro cittadino.
Gli anni passati, il caso ha portato numerosi difficolta e criticità, oltre a numerosi incidenti stradali. L’amministrazione comunale di Cassino per questo motivo ha deciso, dopo molteplici proteste, di firmare un’ordinanza per il contenimento dei cinghiali. Tale norma serve per tutelare la cittadinanza e gli agricoltori fortemente danneggiati dagli attacchi dei cinghiali. Inoltre, il decreto è stato assicurato dalla Regione Lazio che ha tenuto conto della gestione del problema adottando misure anche fuori stagione.
L’ordinanza riportata nella Gazzetta Ufficiale di sabato 21 maggio consente la caccia dei cinghiali tutto l’anno e inoltre permette di farne di loro carne da macello entro il trentesimo giorno dall’abbattimento. Contrari a questa ordinanza è l’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali di Roma, che su Facebook ha scritto: “L’associazione, contraria a qualsiasi metodo di uccisione, valuterà la possibilità d’impugnare l’ordinanza”.
Nella Gazzetta, inoltre, viene riportato testualmente: “Non solo si apre la caccia al cinghiale fuori stagione alle porte di Roma, ma si consente anche di farne carne da macello per trasformarla in salsicce e bistecche”, commenta la delegata dell’Oipa Rita Corboli.
La delegata continua riportando che “Per sei esemplari trovati positivi al virus della peste suina, non pericolosa per l’uomo, si farà strage. Prima ripopolano a uso e consumo dei cacciatori, poi decidono il “depopolamento” sulla pelle di esseri senzienti senza considerare misure alternative”. E infine “I capi cacciati possono essere destinati all’autoconsumo esclusivamente all’interno della stessa zona di attenzione e solo se risultati negativi ai test di laboratorio per ricerca del virus Psa”.
Il problema principale che portano i cinghiali sono i danni che provocano al settore agricolo. Nelle scorse settimane, secondo Confagricoltura, sono partite le liquidazioni per i danni subiti dai cinghiali nel 2019, ma lo stanziamento copre solamente il 33 % dei danni accertati. Per tali motivi la maggior parte degli agricoltori quest’anno hanno rinunciato a piantare grano e mais, per paura dei danni che subirebbero a causa dei cinghiali.
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