Monte Compatri è un incantevole borgo medioevale nel Parco dei Castelli Romani, al bordo dell’antico vulcano laziale.
La sua vicinanza con Roma lo rende un territorio frequentato da tempo immemore e forse qui sorgeva l’antica città latina di Labicum distrutta dai romani nel 418 AC.
La presenza romana è forte. Il Convento di San Silvestro venne realizzato nei pressi di un’antica villa romana dove si riunivano i cristiani per ascoltare le parole di papa Silvestro I.
Il nome potrebbe derivare dal latino ‘Compater’, amico o da “compitum”, incrocio di strade.
Il borgo medievale si formò all’epoca delle invasioni barbariche, quando gli abitanti della Valle Latina cercarono rifugio in una fortezza in quota.
Il ‘Castrum Montis Compatris’ è citato per la prima volta nei registri dell’Abbazia di Subiaco nel 1090 d.C. Esso ha avuto un incremento con gli esuli della distruzione della città di Tuscolo.
Secondo la tradizione, nel 1222 vi passò San Francesco che dimorò in una grotta nelle vicinanze del convento di San Silvestro. Luogo dove poi è stato eretto un Romitorio.
Dell’antico castello della fortezza resta una traccia anche nel campanile della chiesa di Santa Maria Assunta che un tempo era una torre di guardia.
Il borgo è stato ampliato dai conti di Tuscolo che lo cedettero agli Annibaldi. Nel 1423 passò ai Colonna e nel 1575 fu acquistato dal cardinale Marco Altemps per 34.000 scudi.
All’inizio del secolo seguente divenne proprietà dei Borghese e a Scipione Borghese si deve la sistemazione del palazzo principale (oggi sede del comune) che diventò una delle residenze di famiglia. Nel 1616, nella parte bassa dell’edificio fu costruita una fontana che distribuiva l’acqua della Molara al paese.
A Montecompatri si trova un eremo dei frati Camaldolesi dell’Ordine di San Benedetto, uno dei luoghi più suggestivi del paese.
Le origini medioevali del borgo si possono vivere in estate con la ‘Festa Propiziatoria alla sfida dei Borghi’ nel mese di luglio e la Sfida dei Borghi il 15 agosto.
La parte bassa di Monte Compatri è dedicata alla coltivazione della vite e dell’olivo. Qui si producono vini DOC dei castelli dal gusto delicato e gradevole e dal sapore sia secco o asciutto, che amabile o dolce.
Claudia Bettiol
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