È stata depositata l’autopsia svolta sul corpo di Aurora Grazini, la sedicenne deceduta dopo essere stata dimessa dall’ospedale Belcolle di Viterbo, il 16 febbraio 2020, dove si era recata per difficoltà a respirare. Per la sua morte è indagato un medico del pronto soccorso che la visitò. La giovane, forse colta da un attacco di panico, soffriva da diversi giorni di stati d’ansia. Prima di dimetterla il personale medico le aveva somministrato alcune gocce calmanti e fissato un incontro con uno specialista per intraprendere un percorso psicologico.
Una volta tornata a casa però la ragazza era andata a dormire e i genitori l’hanno ritrovata senza vita.
Oggi, 1 luglio, l’autopsia è documento legale di indagine, secondo la quale alcuni importanti accertamenti sono stati omessi. Le negligenze comprendono mancato elettrocardiogramma, analisi del sangue, controlli alle vie respiratorie tramite radiografie. Si doveva insomma prima accertare che non vi fossero disturbi fisici, prima di diagnosticare un disagio esclusivamente emotivo.
La morte sarebbe giunta per diversi fattori concomitanti. Tosse, mal di gola, lieve febbre, accompagnavano Aurora da alcuni giorni. Ma ancora ,nonostante l’autopsia, la tragica morte di Aurora non ha una causa precisa. La Procura di Viterbo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
La famiglia ha sempre ripetuto di volere “Giustizia non vendetta”.
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