Morto a 21 anni Perfection, da rifugiato alla primavera della Roma
Arrivato in Italia col sogno di giocare a calcio e abbandonato alla stazione Termini da chi lo ha illuso. Poi la risalita grazie a Liberi Nantes, fino ad allenarsi con Totti. Fatale un arresto cardiaco
Una storia che sembrava a lieto fine, con un epilogo però tragico. Si spegne a 21 anni Joseph Bouasse Perfection, ex giocatore della Primavera della Roma.
La storia di Perfection: dalla stazione Termini alla Primavera della Roma
Ragazzo camerunense classe ’98, nel 2014 era arrivato in Italia da rifugiato senza scarpe e senza un posto dove dormire col sogno di diventare un calciatore. Gli promisero un contratto da professionista ma, una volta arrivato, fu abbandonato alla stazione Termini. Fu così accolto da Liberi Nantes, un’associazione sportiva nata nel 2007 che promuove e garantisce la libertà di accesso allo sport a rifugiati e richiedenti asilo politico. Arriva l’opportunità di giocare in terza categoria e l’amichevole con la Roma, in cui giocò talmente bene da farsi notare agli occhi di Walter Sabatini, ds dei giallorossi nel 2016.
Conquistato un contratto per il settore giovanile, ha giocato con la Primavera e ha avuto la fortuna di allenarsi in prima squadra, nella Roma di Spalletti con Totti e De Rossi, mancando l’esordio in Serie A per poco. Ceduto in prestito al Vicenza a gennaio 2017, colleziona una presenza in Serie B prima tornare alla Roma ed essere svincolato. A febbraio si accasa all’Universitatea Cluj, nella cadetteria rumena. Tornato in Italia per il lockdown a causa del Coronavirus, perde la vita per un fatale arresto cardiaco.
Le parole di Alberto De Rossi: “Un gigante buono”
“La notizia della prematura scomparsa di Perfection mi ha rattristato molto”, ha ricordato Alberto De Rossi, allenatore della Primavera della Roma. “Mi ricorderò sempre della sua gentilezza e della sua grande forza. Era un ragazzo positivo, si presentava agli allenamenti ogni giorno con il sorriso ed era sempre disponibile al lavoro. Si era integrato molto bene con la squadra, aveva legato con tutti, era sempre molto sereno e da parte sua non ricordo mai un gesto fuori posto. Aveva un fisico prorompente, ma non puntava solo sulla forza ed era anche un calciatore molto tecnico. Voglio ricordarlo così, come un gigante buono. In questo momento terribile i miei pensieri e quelli di tutto lo staff sono rivolti alla sua famiglia e ai suoi affetti più cari”.
Un simbolo di come si possa arrivare in alto partendo da zero, una storia di umanità e di determinazione stroncata in tenerissima età, quando Joseph era pronto a realizzare i propri sogni: dopo gli allenamenti con Totti e De Rossi, la possibilità di diventare un calciatore professionista.