Ancora Lautaro Martinez, ancora l’Inter, ancora Simone Inzaghi. In una partita strana, nel vivo ricordo di Gigi Riva, scomparso pochi minuti prima del calcio d’inizio, i nerazzurri battono il Napoli nella finale d’Arabia e conquistano il trofeo per la terza volta consecutiva, l’ottava in totale.
A Riyadh defezioni per entrambe le squadre alla vigilia: con Mario Rui e Bastoni non al meglio, Mazzarri schiera sulla sinistra Zerbin, mattatore nella semifinale con la Fiorentina. Inzaghi invece sceglie sul centro sinistra De Vrij da affiancare a Acerbi e Pavard sulla linea difensiva.
Dopo il quarto d’ora iniziale di studio, tipico di diverse finali, l’Inter comincia a creare insidie: dal limite un rasoterra mancino di Dimarco sfila vicino al palo più lontano. Alla mezz’ora dopo una buona costruzione Lautaro di testa non trova la porta. L’Inter che al 38’ per un attimo trova il vantaggio con protagonista sempre l’argentino. Il Toro appoggia a porta vuota su assist di Thuram che però è partito in posizione di fuorigioco. Tante potenziali occasioni ma tanta imprecisione: all’Intervallo è 0-0.
Passato indenne il primo tempo, il Napoli mette pressione ad inizio ripresa. Dopo un inedito minuto di silenzio per ricordare Gigi Riva (e incredibilmente fischiato dal pubblico saudita), gli azzurri hanno la possibilità di mettere il naso avanti. Al 51’ break di Lobotka per Kvaratskhelia che si accentra e prova il tiro a giro: Sommer in tuffo devia in angolo. Aumenta la tensione agonistica e arriva la svolta del match all’ora, quando il Napoli rimane in 10: Simeone rifila un pestone ad Acerbi e ottiene il secondo giallo con conseguente rosso.
Inevitabilmente l’Inter si proietta avanti e gli azzurri si coprono, anche con le scelte di un nervosissimo Mazzarri, che per qualche minuto rinuncia a un attaccante di ruolo (fuori Politano e Kvaratskhelia). Thuram è il simbolo dell’assedio interista che non sfonda. Al 67’ il francese strozza troppo il tiro, con Gollini che para a terra, poi da posizione favorevolissima non riesce a girare il pallone. Thuram fa spazio ad Arnautovic, e complice l’ingresso di Sanchez per Dimarco nerazzurri ancora più a trazione anteriore.
Ci provano anche Mkhitaryan e Arnautovic, ma l’uomo del destino è sempre e solo Lautaro Martinez al minuto 91. Verticalizzazione per Pavard sulla destra mette in mezzo un cross basso e a centro area si avventa l’argentino che buca Gollini per la sentenza: è il giocatore più forte del campionato italiano a decidere la Supercoppa.
Dopo 7 minuti di recupero il triplice fischio dell’arbitro Rapuano sancisce l’ottava Supercoppa Italiana nella storia dell’Inter, la terza consecutiva, e anche la quinta nella carriera di Simone Inzaghi, che diventa l’allenatore più vincente di questa competizione.
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