Un bizzarro animale che non esiste in natura, ma è un incrocio, la cui origine si perde nell’antichità, tra l’asino stallone e la cavalla il cui frutto è un animale sterile chiamato Mulo. Nel 1872 nel nord Italia ha inizio la collaborazione tra il mulo e l’alpino. Dalla selezione, che avvenne nell’arco del tempo, si ottenne un animale da soma di costituzione assai forte e robusta alla quale si assommavano caratteristiche quali la rusticità, la resistenza alle malattie, l'adattabilità ad ambienti sfavorevoli, la sobrietà. Va da sé che un tale animale era il giusto complemento il cui inserimento nelle neonate Truppe Alpine avrebbe risolto il problema dei trasporti in ambiente montano. I muli nell’esercito venivano suddivisi in classi a seconda delle caratteristiche fisiche: altezza al garrese, forza fisica, resistenza: gli alpini furono dunque dotati del fedele alleato sin dalle loro origini. Infatti a ogni compagnia fu assegnato un mulo e una carretta per il trasporto di vettovagliamenti e munizioni. Il binomio mulo-alpino ha dunque la stessa origine del Corpo stesso.
Un libro sui muli verrà presentato mercoledì 19 aprile alle ore 11:00 presso la sede dell’ANA di Firenze. Un volume di Serenella Ferrari e Susanne E. L. Probst “Muli e conducenti! Tutti presenti! 1872-1991: il legame tra muli e alpini attraverso 120 anni di storia”, con le autrici che hanno voluto descrivere anche l'esperienza dei muli di Artena, che è riportata ampiamente nelle pagine del volume. Nel centro storico del paese più ripido del Lazio, l’Isola pedonale più grande d’Europa, il set del film Romeo e Giulietta di Zeffirelli, dove quotidianamente il mulo viene utilizzato per trasportare cose (anche il servizio di raccolta dei rifiuti) e persone (Artena a passo di mulo). “Il simbolo istituzionale e giuridico è l’Arco Borghese, ma il simbolo sociale, storico legato alla tradizione artenese, radicata nel centro storico è senza ombra di dubbio il mulo. E’ un piacere nonché un onore sapere che parte della nostra storia è stata riportata in questo nuovo libro” commenta l’Assessore alla cultura Lara Caschera, che aggiunge “Cercheremo di organizzare una presentazione di questo volume anche ad Artena. Preannuncio” conclude l’Avvocato, “che parteciperemo al concorso per i ‘Borghi più belli d’Italia’”
Alcuni cenni sul volume
Il libro nasce a seguito del successo dell’omonima mostra fotografica a cura di Serenella Ferrari, organizzata per la prima volta a Gorizia dall’Associazione “Amici dell’Arte Felice” in occasione del raduno del Triveneto degli Alpini e in seguito approdata a Roma al Museo Canonica a Villa Borghese, su interessamento dell’Assessorato alla Crescita culturale e alla Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Tale mostra è stata ampiamente trattata da Guido Minciotti su IlSole24ore e nelle trasmissioni di Betty Senatore a Radio Capital e di Cecilia di Lieto a Radio Popolare. Il volume, stampato grazie al contributo del Comune di Gorizia e del Credito Cooperativo del FVG, vede la collaborazione dell’Associazione “Amici dell’Arte Felice” e della LAV in qualità di sponsor etico mentre la Prefazione è firmata da Folco Quilici, purtroppo scomparso lo scorso 24 febbraio. Nelle 108 pagine, corredate da splendide fotografie molte delle quali inedite, è ripercorso il lungo cammino degli alpini tracciato assieme ai loro amati, fedeli e insostituibili muli. Un percorso iniziato nel 1872 e che, dopo aver attraversato oltre un secolo di dure prove tra cui i due conflitti mondiali, si è concluso nel 1991 quando lo Stato Maggiore dell’esercito ha deciso una forte riduzione delle Salmerie per giungere allo scioglimento definitivo degli ultimi reparti il 7 settembre 1993: in quel triste giorno, infatti, gli ultimi muli degli alpini furono venduti all’asta come carne da macello.
Il libro illustra anche la storia del mulo, animale che in Italia era a rischio d’estinzione e con esso decine di razze autoctone di equidi, ma, che grazie a una crescente attenzione alla salvaguardia del proprio ambiente, è ritornato in auge per le attività ecosostenibili. Proprio in Toscana, negli ultimi cinque anni il loro numero è aumentato di un terzo e i muli vi sono impiegati nel esbosco, in agricoltura e nel turismo. Numerosi i collezionisti e le associazioni che hanno reso possibile la realizzazione del libro grazie al prestito delle immagini d’epoca, a partire da numerose sezioni ANA di tutta Italia, alla Fondazione Robert Capa di Parigi, all’Istituto Luce di Cinecittà, alla Washington Library, alla Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia, all’Associazione Isonzo Gruppo di Ricerca Storica di Gorizia, al compianto Mario Muto grande collezionista goriziano. L’emozionante Epilogo, infine, è firmato dalla giornalista Macri Puricelli che lo ha dedicato a Iroso, l’ultimo mulo degli alpini che oggi, a 39 anni suonati, vive coccolato dai suoi alpini a Vittorio Veneto. La scelta di presentare il libro alla sede del ANA di Firenze non è casuale ma motivato dalla fatto che il capoluogo toscano è tra i quattro candidati prescelti a ospitare nel 2020 l’Adunata Nazionale degli Alpini, evento che prevede la presenza sul territorio di oltre 500.000 Alpini. Al termine della presentazione è prevista una visita guidata alle collezioni storiche presso il Museo annesso.
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