A parlare ai microfoni di RadioRadio, in occasione della trasmissione di Francesco Vergovich ‘Un Giorno Speciale’, è Marcello Zuinisi – “dal cuore rom”, come dichiara egli stesso – rappresentante legale dell’Associazione Nazione Rom, che si batte per il riconoscimento dei diritti alle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti.
La diretta radiofonica è da Firenze, e Zuinisi inizia raccontando un episodio: “Un signore stava urlando contro una ragazza di etnia rom, allora mi sono avvicinato, ho chiamato la Polizia e ho chiesto che il signore fosse identificato. Intendo esporre denuncia contro questo signore, per violazione della Legge Mancino e per istigazione all’odio” – spiega Zuinisi, il quale riferisce che – “A Firenze c’è stata un ordinanza del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, del 20 febbraio”, che “impedisce alle persone di etnia rom di entrare in stazione”. Una violazione dei diritti, secondo Zuinisi, che riferisce come sia stato fatto un esposto alla Procura della Repubblica contro questa ordinanza, per poi mettere in piedi anche una protesta sui binari da dove “partivano i rom per essere portati nei campi di sterminio”. Secondo Zuinisi, i rom sono vittime “del razzismo che diventa Stato, che diventa leggi razziali e fascismo”. Il razzismo, secondo Zuinisi, è anche causa scatenante dei fatti di Parigi, dove un minorenne è stato “massacrato di botte, messo su un carrello e lasciato in mezzo alla strada”.
Un dialogo serrato, quello con il conduttore Vergovich, che chiede se il riferimento ai campi di sterminio non sia improprio. Perché le vittime son tali, e ora bisogna guardare alla situazione attuale. “Per noi non è un paragone improprio – spiega Zuinisi – Quello dell’olocausto fu un crimine contro l’umanità, ma nel momento in cui questo crimine è stato processato a Norimberga, nemmeno un rom è stato ammesso come parte civile”. “In Germania dal 1984 o stato tedesco ha ammesso le proprie responsabilità, in Italia lo sterminio dei rom ancora non viene riconosciuto”.
Incalzato ancora da Vergovich, Zuinisi giunge finalmente a parlare del Congresso Nazionale sui Rom, che si terrà a Roma il 21 Giugno e che già ha scatenato non poche polemiche. “Il Congresso si svolgerà dopo un anno di trattativa con il Comune di Roma per trovare una sede – spiega Zuinisi – Avevamo chiesto di poterlo svolgere all’interno del campo più grande di Roma, il campo di via di Salone”. Lo stesso campo che, come abbiamo denunciato, crea non pochi problemi ai residenti della zona: fumi tossici che si innalzano a ogni ora del giorno e della notte, rovistatori di cassonetti, atti di microcriminalità. Ma questo passa in secondo piano, secondo Zuinisi: “A Salone non ferma il treno, loro hanno difficoltà a raggiungere i trasporti”.
Insomma, secondo il rappresentante di Nazione Rom, si è costituita una sorta di apartheid ai danni delle etnie rom, che va abbattuta, per costruire una strada “affinché le regole siano rispettate da tutti. Fino a qualche anno fa – continua – la questione era regolata dal decreto Maroni sull’emergenza nomadi, che paragonava la questione rom ad un evento come l’alluvione o il terremoto. In questi anni, poi, le difficoltà vissute dai rom e l’emarginazione si sono acuite. Le stesse famiglie rom si sono appellate contro quel decreto, che l’Alta Corte Costituzionale ha reso illegittimo. Nel frattempo, lo Stato italiano ha firmato degli accordi, nel 2011, con Berlusconi e Napolitano, degli accordi quadro-strutturali con l’Europa, dai quali è derivata una strategia nazionale”. Ovvero: “Si deve formare un tavolo tecnico, con il prefetto, il sindaco, una rappresentanza rom legalmente istituita, per discutere di inclusione sociale” – inclusione lavorativa, scolastica, sanitaria, dalla quale, secondo Zuinisi, deriva ricchezza.
E poi ci tiene a precisare: “Bisogna innanzitutto abbandonare il termine nomadi e uscire dall’apartheid” generata dal vivere nei campi, considerati da Nazione Rom come dei ghetti. “Non sono nomadi, forse l’1,8% di loro lo è; il termine è impropriamente utilizzato dagli italiani”. Secondo Zuinisi, tutto questo – dal momento anche che i rom non hanno uno Stato ed un esercito che li protegga – fa sì che queste popolazioni siano le vittime in ogni epoca storica.
Ancora una volta, è il conduttore a riportare Zuinisi alla realtà. Quali le proposte affinché questo modello di integrazione si realizzi? Sull’attuazione della strategia, Zuinisi precisa che in Italia, “l’unico tavolo attivo è quello in Liguria. Nel Lazio, il 14 Aprile 2014, è stato aperto un tavolo con la Regione al quale siedono anche i rom con i propri delegati. Al Comune di Roma, ancora manca”. E se manca, è inattuabile qualunque discorso. Anche perché – sottolinea ancora l’esponente di Nazione Rom – “queste persone non vogliono più vivere nei campi, c’è gente che sta cercando case in affitto, ma il 90% di loro è disoccupato, e per pagare un affitto bisogna avere un lavoro. Quindi vogliamo proporre delle politiche lavorative al Ministero, non posti di lavoro all’interno della pubblica amministrazione, ma lavoro che serve a ricostruire il Paese, come posti nell’edilizia, nei boschi”. Ad esempio, in merito al bando del Comune di Roma su 4 terreni da assegnare per la realizzazione di aziende agricole – destinate ai giovani, però! – Zuinisi vuole lavorare affinché “si possano creare lì delle abitazioni”, dove i rom possano abitare e lavorare.
Inoltre – continua Zuinisi – i soldi che in questi anni sono stati spesi per i rom, potrebbero essere ridotti del 90%, perché “sono elevati i costi per mantenere l’apartheid, mentre risparmiando e investendo sull’inclusione sociale vuol dire fare atti economicamente vantaggiosi”.
Lo definisce ‘housing sociale’, Zuinisi, questo modo di discutere con il Comune di Roma delle strade parallele all’inclusione: “Solo da poco è stato tolto il vincolo giuridico che impediva ai rom l’accesso alle case popolari, ma accedervi è difficile, per questo stiamo discutendo delle strade alternative e parallele”.
Non pago di quanto dichiarato fin qui, Zuinisi, messo al corrente del fatto che sono molti anche gli italiani disoccupati – ai quali però, contrariamente a quanto succede ai rom, a fine mese arriva la bolletta da pagare, e se bussa Equitalia, non c’è via di fuga, anche se molti la trovano nel suicidio la scappatoia – esorta gli italiani in queste condizioni a “lavorare con noi”.
Ma non c’è integrazione e inclusione se non c’è rispetto delle regole. Sono disposti – chiede Vergovich – i rom disonesti, truffaldini, ladri, aggressori, a consegnarsi o ad essere consegnati alle Forze dell’Ordine? Replica Zuinisi, senza afferrare il nodo della domanda: “La delinquenza, le aggressioni, la criminalità sono trasversali a tutte le etnie, tanto che ci sono altissime rappresentanti delle istituzioni italiani che hanno commesso gravi reati. Ad esempio, Silvio Berlusconi non ha pagato le tasse ed è stato condannato". E ha ragione il rappresentante di Nazione Rom, visto che proprio lui è stato condannato (con sospensione della pena) ad un anno e mezzo di reclusione per appropriazione indebita e falso ideologico per aver tentato di scalare l'Opera Nomadi di Firenze-Altra Toscana.
Insomma, poca concretezza, molta retorica, risposte evasive, slegate dalla realtà. Che finiscono con un invito, rivolto a tutti i cittadini romani, "a partecipare al Congresso del 21 Giugno, ogni intervento sarà registrato”.
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