La necropoli di Vulci è un pozzo delle meraviglie: non si esauriscono le importanti scoperte archeologiche.
Dopo lo scarabeo egizio, una Sfinge in una tomba principesca, e la tomba di due bambini, questa volta è stata scoperta una coppia di mani in lamina d’argento, con alcune decorazioni in oro, tra cui le unghie.
Stante l’esigenza di ricostituire il corpo del defunto dopo la morte, si crede che queste mani appartenessero a dei simulacri che venivano posti nella tomba insieme ad altri elementi del corredo funebre.
Queste mani, inoltre, sono l’unico esemplare in argento della tipica produzione vulcente, che sia stato finora ritrovato.
Le operazioni di scavo sono state condotte dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale, sotto la direzione di Alfonsina Russo e in con Carlo Casi, direttore della Mastarna, la società che gestisce il parco di Vulci.
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